Prosegue il trasloco del Consiglio regionale dalla storica sede in via Capruzzi (foto in basso) al nuovo palazzo al quartiere Japigia. La foto in basso mostra decine di bustoni con documenti e oggetti lasciati sul marciapiede in attesa del trasferimento. Intanto non si placano le polemiche.
“E’ l’edificio europeo più moderno e compatibile con l’ambiente che esista, mi auguro che sia il luogo dell’orgoglio dei pugliesi”. Sono le dichiarazioni del governatore Michele Emiliano in vista all’interno della nuova sede della Regione Puglia, un’imponente opera in vetro e acciaio costata 90 milioni e al centro delle polemiche per le “plafoniere d’oro”.
Dura la reazione da parte degli otto consiglieri del Movimento 5 stelle: “Di fatto – scrivono in una nota – il Consiglio Regionale intero ha preso servizio in una struttura che è ancora per metà un cantiere. E, purtroppo, questi disservizi e continui ritardi continuano a causare gravi problemi anche oggi che, anche per non pagare l’enorme costo di affitto della vecchia sede, si è stati costretti a traslocare in fretta e furia non senza problemi: ci chiediamo, ad esempio, come sia possibile che ieri si siano tenute delle commissioni in una sede pare non essere stata ancora dichiarata agibile, tanto che,stando alle parole pronunciate ieri da alcuni consiglieri in VII Commissione, sembrerebbe che siano state rigettate le domande di ingresso ad assistere alle commissioni in quanto la struttura è agibile solo per dipendenti e addetti ai lavori, la cui sicurezza evidentemente vale meno di tutti gli altri cittadini pugliesi. E’ possibile che si sia permesso che i lavori della casa che dovrebbe rappresentare la legalità dei pugliesi iniziassero in deroga alle stesse leggi che i rappresentanti delle istituzioni dovrebbero far rispettare? Ci piacerebbe che Emiliano ci rassicurasse su questo punto, anziché venire in commissione a degnarci della sua presenza unicamente per deridere le denunce fatte”. Al centro delle polemiche anche le problematiche per i collegamenti pubblici mancanti o poco adeguati.