Di buono c’è il risultato. Un 2-0 che tace delle difficoltà incontrate da un Bari a lungo bloccato, insicuro, quasi intimorito da un Latina coraggioso e da uno sciopero del tifo che, invero, è durato il tempo (7′) di assistere al primo tiro in porta dei biancorossi. Una conclusione rimasta l’unica degna di tal nome fino all’occasione dilapidata da Parigini a pochi secondi dall’intervallo. Pesante l’assenza dell’infortunato Brienza, cui il Bari spera di non dover sommare quella di Floro Flores, uscito anzitempo. Meglio il Latina, con l’esperto Corvia a muovere le fila di un fronte offensivo che ha favorito le taglienti offensive dell’asse Nica-Pinato.
Schiarite le idee, il Bari ha ritrovato lucidità e coraggio nella ripresa, meritandosi il vantaggio di Galano (stop e tocco morbido, su assist di Sabelli) e difendendolo per due volte nel giro di un minuto con Micai, su Bonaiuto e Corvia. Poi, nel sofferto finale, Fedele è andato a prendersi e trasformare la punizione del raddoppio, a chiudere in cassaforte il decimo successo interno. Un successo affatto scontato, malgrado il periodaccio del Latina (due punti nelle ultime sette partite, compresa quella al San Nicola), eppure utilissimo per avvicinare Perugia (2-2 col Pisa) e Cittadella (0-0 a Salerno), restare a -4 dal Benevento e soprattutto per staccare il Carpi e tenere a distanza lo Spezia vittorioso a Verona.
Spezia e Carpi, none a -2 dal Bari, saranno le avversarie dei biancorossi nelle prossime due trasferte, in serie, l’8 e il 17 aprile. Sembra un refrain già cantato, ma fra Liguria ed Emilia gli uomini di Colantuono dovranno trasformare la medicina Latina in pozione magica, per invertire il trend fuori casa. Chiedere sei punti, forse, è troppo. Ma per non mettere a rischio i playoff due potrebbero essere pochi.