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Il Natale dei volontari a Bari, Gianni Macina (Incontra): “È un periodo difficile, la povertà è in aumento”

Pubblicato da: Samantha Dell'Edera | Mer, 22 Marzo 2023 - 12:56
Gianni Macina

Gianni Macina ha 44 anni, ha una compagna e un figlio di 4 mesi. La sua attività di volontariato è cominciata da subito dopo la cresima, nella parrocchia Preziosissimo Sangue di San Rocco in via Putignani. Da allora non si è più fermato: dieci anni fa ha fondato l’associazione Incontra che aiuta le famiglie bisognose della città. E a Natale e Capodanno saranno tutti in prima linea per distribuire beni di prima necessità.rnrnCosa significa essere volontari in questo periodo di feste?rnrn”Questo è un periodo molto difficile. Le famiglie che vivono l’indigenza già normalmente non sanno cosa mettere sul tavolo per mangiare: a Natale ci hanno abituati al regalo, al cibo in eccesso e non avere nulla da dare ai propri bimbi fa venire lo sconforto. Il disagio aumenta. E su questo non puoi permetterti il lusso di fare finta di nulla. È questo che ci spinge tutti gli anni ad andare a bussare a tutte le porte per recuperare merce. Le risposte per fortuna ci sono, ma la povertà sta aumentando”.rnrnQual è la situazione in città?rnrn”Parlando delle famiglie che seguiamo, l’anno scorso erano 150, quest’anno 232. Sono distribuite su tutta la città, ma soprattutto provengono dal Libertà e dal San Paolo”.rnrnQuali sono le cause dell’aumento della povertà?rnrn”Molti hanno perso il lavoro. Altri si sono separati. Ci sono gli ex detenuti. Ci sono tantissimi casi che seguiamo. Purtroppo in città non c’è una struttura, diciamo istituzionale, destinata alla distribuzione del cibo. Ci sono i servizi mense ma molte famiglie non se la sentono di andare lì a mettersi in fila. Per un papà portare i figli a mangiare lì dove stanno anche ubriachi o tossicodipendenti significa quasi ufficializzare il suo stato di povertà e quel residuo di dignità lo porta a restare a casa. E quindi solo il volontariato riesce ad aiutare persone come lui”.rnrnCome riesce a conciliare il suo lavoro, il volontariato e la famiglia?rnrn”Io lavoro anche come operaio in una fabbrica. Quindi alla fine il tempo quello è. È chiaro che si fa una scelta radicale e il volontariato non ti permette di avere orari definiti. Arrivano chiamate di emergenza anche in piena notte. Ma è quello che mi piace fare e riesco quindi a conciliare le esigenze della mia famiglia con quelle del mondo esterno”.rnrnPerché si sceglie di farlo?rnrn”Ho sempre pensato che davanti ad una persona che sta cadendo la prima cosa che si deve fare è aiutarla,  invece di fermarsi e aspettare che cada. Molte volte ci dicono che i cenoni come quello che organizziamo per fine anno o come i pranzi e le cene della vigilia e del Natale che organizzano altre associazioni di volontariato sono vetrine che i politici usano per farsi vedere più buoni. Io credo sia il contrario: siamo noi che li stiamo strumentalizzando, stiamo utilizzando loro per aiutare i più bisognosi e questo ben venga. Dovrebbe però essere così in tutti i periodi dell’anno”.rnrnSe potesse scrivere una letterina a Babbo Natale, cosa chiederebbe?rnrn”Chiederei che i politici tornino a fare i politici nella veste di volontari, mi secca vedere come spesso si lucri sulla povertà: si danno fondi senza controllarne il reale utilizzo. E credo che attualmente  l’impegno sulla povertà sia ridicolo. Chiederei quindi una maggiore attenzione sul sociale. Non è possibile debellare la povertà, ma ci vorrebbe più attenzione nel rapporto uno a uno. Se ognuno di noi aiutasse anche solo una persona indigente, credetemi non ci sarebbe bisogno della rete di solidarietà, delle associazioni di volontariato e di tutto il resto”.

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