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Il pagellone di fine anno del Bari: Brienza, senza di te son dolori. Martinho che spreco, De Luca ad un bivio

Pubblicato da: Vincenzo Damiani | Mer, 22 Marzo 2023 - 13:39
Brienza

Fine 2016 tempo di bilanci e pagelle anche per il Bari, seppur parziali. Alla ripresa, a gennaio, ricomincerà praticamente un nuovo campionato di B, visto che il calciomercato è destinato a cambiare il volto di molte formazioni e probabilmente anche gli equilibri. I tifosi biancorossi sperano almeno in 3-4 colpi di spessore che possano far recuperare alla formazione di Colantuono i punti persi in questo girone di andata. Per una promozione diretta serve quasi un miracolo, considerando i distacchi ma i play off sono a portata di mano anche se servirà un ritorno da almeno 40 punti. Nel frattempo proviamo a dare un giudizio a quanto visto nella prima parte del torneo cadetto.rnrnI portierirnrn7 MICAI Il suo inspiegabile accantonamento potrebbe aver avuto un peso anche sul destino di Stellone: mentre Micai restava in panchina nonostante un buon avvio, Ichazo combinava disastri in porta e il Bari perdeva punti preziosi e, soprattutto, convinzione. Salvo qualche piccola sbavatura che può essere perdonata, il giovane portiere ha dimostrato anche quest’anno di meritare il posto da titolare. In alcune partite è stato decisivornrn4 ICHAZO Tre partite e almeno altrettanti errori grossolani, che sono costati punti. Sembra destinato a rientrare a TorinornrnLa difesa rnrn7 SABELLI La sua assenza nella parte finale si è sentita, il terzino romano è tornato ai livelli del suo primo anno in biancorosso mostrando doti fisiche e tecniche sopra la media per questa serie B. Spesso i suoi cross si sono trasformati in assist, le sue sgroppate hanno aperto le difese avversarie, e in fase di copertura non ha quasi mai sofferto. Uno dei migliorirnrn6,5 CAPRADOSSI La sorpresa più lieta, peccato che il suo cartellino sia per intero della Roma. Ha solo 20 anni ma si muove come un veterano, ha tempi perfetti nelle chiusure, gioca con estrema sicurezza, la tecnica lo aiuta ad uscire anche dalle situazioni più complicate. Non per caso è il capitano dell’under20, al San Nicola probabilmente sta nascendo il nuovo Nestarnrn6,5 TONUCCI Gli ultimi due mesi sono stati da gladiatore puro. Senza la sua grinta, la sua determinazione, il suo attaccamento alla maglia, forse il Bari avrebbe anche meno dei 29 punti attuali. Certo, i limiti tecnici e tattici restano, qualche errore lo ha commesso e non è Baresi, ma per citare Conte “uno così lo porterei sempre con me in guerra”.rnrn6 SCALERA Ha giocato 2 partite e mezzo ma ha confermato quanto di buono si diceva di lui. Ha un’ottima corsa, buone conoscenze tattiche ma anche ampi margini di miglioramento. Di certo Colantuono sa di poter contare anche su di luirnrn6- DI CESARE Da lui ci si aspetta sempre qualcosa in più. Ha esperienza, mezzi fisici e tecnici per essere un punto di riferimento, ma vuoi per guai fisici vuoi per prestazioni non sempre a suoi livello sino a dicembre non è stato il Di Cesare dominatore dell’area di rigorernrn6- MORAS Il discorso fatto per Di Cesare vale anche per il greco. Con un’aggravante: a lui è stata affidata anche la fascia di capitano, quindi ha responsabilità maggiori.rnrn5,5 CASSANI Sabelli a parte, i dolori cominciano sulle fasce: ha alternato partite sufficienti ad altre incolore, strano da uno che ha indossato persino la maglia della nazionale e che sino a 6 mesi fa giocava ancora titolare in serie Arnrn4,5 DAPRELA’ Il rosso ad Ascoli ha chiuso un inizio di stagione da dimenticare. I due gol segnati non lo salvano di certo, delle partite giocate avrà raccolto la sufficienza in un paio di occasioni. A Bari cercava il rilancio dopo un periodo di appannamento, beh quel periodo prosegue. Che il 2017 sia l’anno della sua rivincitarnrn4,5 DOUMBIA Era arrivato con l’etichetta di giovane promettente, ex Paris St. Germain addirittura. Se il ricco club francese lo ha lasciato andare a parametro zero un motivo ci sarà, per carità è giovane ma appare ancora immaturo per un torneo complicato come quello di BrnrnIl centrocampornrn6,5 FEDELE Partiamo dal più positivo, lo svizzero che ha avuto la forza di rialzarsi dopo una mazzata incredibile: un autogol clamoroso che rischiava di deprimerlo in un momento delicato della stagione. Invece, lui si è rialzato ha segnato un gol altrettanto decisivo e poi ne ha fatti altri due – decisivi – per affossare quanto accaduto con lo Spezia.rnrn6 BASHA Ha avuto un avvio complicato, complice anche un infortunio e mancanza di fiducia da parte di Stellone. Con Colantuono è stato trasformato in regista ed in effetti è l’unico capace di poter dettarmi i tempi in mezzo al campo. Ha chiuso con un’ottima prestazione contro la Spalrnrn5,5 VALIANI L’anno scorso di questi tempi toglieva le castagne dal fuoco ad un Bari che, pur non facendo spettacolo, navigava nelle parti alte della classifica. Quest’anno non è mai stato decisivo, ha faticato molto e, in alcune partite, ha commesso errori imperdonabili per chi ha la sua esperienzarnrn5,5 ROMIZI Come al solito, la prima parte del torneo l’ha vista dalla panchina. Poi ha trovato maggiore spazio, ma a dirla tutta non è riuscito mai a convincere in pieno tanto da guadagnarsi una maglia da titolare in maniera fissa. Lui è un furetto, un grintoso ma se gli viene chiesto di adempiere a compiti di costruzione del gioco va in apnea e con lui il resto della squadrarnrn5,5 IVAN Ha iniziato alla grande, poi si è perso per strada. Come ogni giovane, ha alternato buone prestazioni condite da gol ad altre impalpabili. Poi un infortunio l’ha messo ko, ma l’impressione è che sotto la cura Colantuono può fare il salto di qualitàrnrn5 FURLAN Adesso iniziano i dolori: costato circa un milione di euro, arrivato come il colpo di mercato, con una stagione alle spalle da protagonista, al San Nicola si è squagliato. Si fa fatica a ricordare una gara in cui è andato oltre la sufficienza, mentre è molto più agevole trovare partite in cui la sufficienza l’ha vista con il binocolornrn5 FEDATO E’ andato via da Bari nella “meravigliosa stagione fallimentare” che sembrava destinato a grandi palcoscenici. E’ tornato in Puglia e sembra un altro calciatore, lontano parente di quel giovanotto dalle belle speranzernrn4,5 MARTINHO Potenzialmente potrebbe essere devastante, con la sua velocità e la sua tecnica mostrate solo a sprazzi, ad esempio a Brescia. Ha un tiro forte e preciso, d’altronde i 10 gol segnati con il Verona proprio in B non possono essere una casualità. Ed è proprio questo a fare rabbia, la sua incapacità di mettere a frutto qualità che ci sonornrnL’attaccornrn7,5 BRIENZA Lo diciamo senza paura di essere smentiti: senza di lui questo Bari varrebbe la metà dei punti che ha. E’ stato l’uomo più decisivo, non solo per i gol e gli assist: il fatto è che se la palla non passa dai suoi piedi i biancorossi non creano. Ha tenuto a galla la nave, è stato il faro e, quando serviva, ha indossato anche la tuta da operaiornrn6- MANIERO Ad inizio campionato i suoi gol hanno fatto la differenza, i primi due mesi sono stati giocati a discreto livello. Da metà ottobre in poi il buio, sino al gol su rigore nell’ultima giornata del girone di andata. Poco per l’unico vero centravanti in rosa, alla quale riconosciamo l’attenuante di essere sceso in campo limitato da guai fisicirnrn6- CASTROVILLI Ha avuto un impatto con la B devastante: un quasi gol, un rigore procurato a Perugia, buone prestazioni subito dopo. Dopo, però, si è eclissato, come capita ai più giovani. Ha qualità tecniche che potrebbero fargli fare il salto di qualità, Colantuono per lui è una garanzia se saprà seguirlornrn6- MONACHELLO Ok, al San Nicola lo si è visto poco e nulla, quasi nulla. Eppure, eppure, nonostante i guai fisici che si porta dietro da agosto e che lo hanno obbligato ad operarsi e a fermarsi del tutto, in quei pochissimi minuti che ha giocato ha siglato 3 reti (2 in campionato, una in Coppa). Che veda la porta e sappia come si fa gol non ci sono dubbirnrn4,5 DE LUCA Dopo due anni e mezzo, è ormai al bivio: se resta deve dimostrare di saper essere ancora una “zanzara” fastidiosa per qualsiasi difesa avversaria; altrimenti è giunto il momento di prendere strade diverse. Il “credito” nei suoi confronti si è esaurito, da agosto a dicembre è stato impalpabilernrn3 BOATENG Chi? Boateng chi? E’ quasi un caso da “Chi l’ha visto”, è stato impiegato con il contagocce ma quando gli è stata concessa una chance non ha fatto nulla per smentire i suoi detrattori. Pare che sia uno dei primi con la valigia in manornrnGli allenatorirnrn5,5 Stellone Non sono tutte sue le colpe di un girone di andata sotto le aspettative. Ha provato a dare un’identità alla squadra ma ha peccato di inesperienza. Non ha avuto la capacità di saper tornare sui suoi passi, cambiare modulo, provare altre strade e, soprattutto, tra i calciatori è stato visto quasi come un collega che come un tecnico. Lo ha ammesso lo stesso capitan Moras, forse è stato troppo tenerornrn6,5 Colantuono Al tecnico romano non si può rimproverare nulla, è subentrato in una situazione complicata, si è trovato in piena emergenza tra infortuni a catena e squalifiche (perdendo calciatori determinanti come Sabelli) eppure il suo carisma, le sue conoscenze e la sua esperienza (ha cambiato più volte modulo ma la squadra non ha mai perso il bandolo della matassa) hanno permesso di limitare i danni. In fin dei conti ha perso solo una volta, immeritatamente, in trasferta contro il Verona

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