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Tra passato e la prospettiva “ibrida”: le regole del gambling

Pubblicato da: C. P. | Ven, 5 Gennaio 2024 - 14:10

Il settore del gioco pubblico e legale ha cambiato pelle negli ultimi anni, con aggiornamenti continui anche dal punto di vista legislativo. Un campo, questo, in cui l’Italia si distingue da sempre.

Il mondo del gambling ha visto cambiare tecnologie e strumenti, giochi e piattaforme, utenti e appassionati, modi di fare e abitudini. Ha visto cambiare soprattutto le leggi che lo governano, un imperativo importante per rimanere aggiornati e al passo con i tempi anche dal punto di vista legislativo.

Tutto ebbe inizio, a voler ripercorrere il nastro della storia, il 4 dicembre 2003, quando quello che all’epoca si chiamava AAMS, l’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato, pubblicò un Decreto Direttoriale in cui annunciava la sostituzione di tutti i videopoker con delle slot collegate alla rete controllata e gestita dalle istituzioni. Un passaggio storico che merita di essere contestualizzato: nei primi anni Duemila erano in circolazione oltre 800 mila apparecchi privi di qualsiasi tipo di regolamentazione, i cui introiti andavano ad ingrossare i portafogli di organizzazioni e gruppi criminali. Già da questo primo passaggio emerge un rapporto quasi simbiotico tra normativa e sicurezza, tra regole e presidio di legalità, con al centro il benessere dell’utente.

È quanto successo nella nostra regione, ad esempio, con l’accordo siglato lo scorso settembre tra la Asl della provincia Bari – Andria – Trani, la ConfCommercio e l’Acadi, l’Associazione Concessionari di Giochi Pubblici. Una collaborazione che ha come obiettivo quello di formare il personale operante nelle sale da gioco, con corsi obbligatori e “predisposti dai comuni in collaborazione con le Associazioni di categoria, sui rischi del gioco patologico e sulla rete di sostegno”. Formazione, informazione, sensibilizzazione e ovviamente leggi pronte a cambiare ogni qualvolta si presenti una falla, un rischio, una zona d’ombra.

Per questo parlare di aggiornamento e di riordino del settore è importante. Lo sa bene il Direttore dell’ADM, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato, l’ente che ha sostituito l’AAMS, Mario Lollobrigida che ha sottolineato come grazie al lavoro dell’agenzia in Italia ci siano sparsi sul territorio “al massimo 265 mila apparecchi collegati in rete e costantemente monitorati nel regolare funzionamento dall’Agenzia”. Ma se questo è il passato e il presente del gambling, quale sarà il futuro? Il domani, secondo gli esperti, è quello del modello ibrido, una via tutta italiana che si basa su un sistema di concessioni, una strada intermedia tra il divieto assoluto e la liberalizzazione, con una sinergia tra lo Stato, le regioni e gli enti locali per la pianificazione della dislocazione territoriale dei luoghi fisici di offerta di gioco.

Una strada già intrapresa da altri paesi, che guardano però all’Italia come modello di riferimento.

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