Dopo aver raccolto soltanto due punti negli ultimi due match di campionato contro Pescara e Südtirol, il Bari torna di scena al “San Nicola” per affrontare il Catanzaro. Per trattare i vari temi di questa gara, analizzare il difficile momento dei galletti e fare un piacevole tuffo nel passato biancorosso, abbiamo interpellato un doppio ex di Bari e Catanzaro, Antonio Soda, che si è concesso a un’intervista esclusiva ai microfoni di Borderline24.com.
Antonio Soda, non è un bel momento per il Bari. Si sarebbe aspettato di vedere la squadra biancorossa nei bassifondi della classifica?
«No, assolutamente no. Mi aspettavo qualcosa di molto meglio. Bari è una piazza che deve stare almeno stabilmente in Serie B, se non ambire a qualcosa in più. Dopo i play off mancati la scorsa stagione pensavo che quest’anno la squadra potesse stare nelle prime posizioni. Purtroppo la Serie B è un campionato durissimo, non c’è nulla di scontato e quando parti male poi diventa tutto più complicato. Mi dispiace vedere il Bari in questa situazione, per me e per tutti, soprattutto per i tifosi».
Eppure, al termine del calciomercato estivo, tifosi e addetti ai lavori avevano promosso il lavoro del ds Magalini.
«Sì, sulla carta è vero, però poi bisogna fare in modo che le cose vadano per il verso giusto. Io penso che la squadra sia forte, però qualcosa non ha funzionato. All’inizio con Caserta ci sono state delle difficoltà, la squadra non è partita bene e quando perdi punti poi perdi anche posizioni. Recuperare in Serie B non è mai semplice, anche se questo non vuol dire che il Bari non possa farlo».
Il calciomercato invernale è ormai alle porte: dove bisognerebbe intervenire?
«Da quello che vedo, il Bari segna poco. È un problema che c’era anche l’anno scorso. Non c’è mai stato un vero bomber da tanti gol e quando non butti la palla dentro diventa tutto più difficile. Puoi anche giocare bene, ma se non segni fai fatica a vincere e a risalire la classifica. Trovare calciatori pronti e di valore a gennaio non è facile, perché se un giocatore sta facendo bene difficilmente la sua squadra se ne priva. Però bisogna intervenire per sistemare la squadra secondo le idee dell’allenatore. Adesso c’è Vivarini che conosco bene dai tempi di Catanzaro: ha fatto un grande lavoro, ha vinto la Serie C e ha portato la squadra ai playoff in Serie B giocando un bel calcio».
Nella rosa del Bari ci sono anche calciatori nati a Bari o in provincia, come Castrovilli e Partipilo. Da loro ci si aspettava molto di più.
«Non credo sia una questione di essere baresi o meno. Sono giocatori che hanno fatto bene in passato e quindi hanno qualità. Però quando una squadra è in difficoltà lo sono tutti. Subentra la paura, non riesci a esprimerti, senti il peso della situazione. Sta all’allenatore cercare di sistemare questi aspetti, perché in Serie B per vincere devi stare sempre sul pezzo».
Intanto il clima attorno alla squadra è deprimente: gran parte della tifoseria non segue più il Bari e attende il 2028, termine ultimo della multiproprietà…
«È una situazione complicata. In questi anni i De Laurentiis non hanno fatto grandi cose e molti tifosi hanno la sensazione che la priorità sia stata il Napoli. È chiaro che non puoi portare due società in Serie A, ma vedere il Bari in queste posizioni fa male. È una piazza importante, con una tifoseria calorosa, mi aspetto sempre qualcosa in più. Speriamo che con Vivarini e con il mercato si possano sistemare le cose».
Tornando al calcio giocato, venerdì si gioca Bari-Catanzaro: che partita si aspetta?
«Una partita difficile per entrambe. Il Catanzaro sta bene, è in salute, ha trovato la sua identità e arriva da una serie di risultati positivi. Il Bari dovrà fare una partita molto attenta, perché il Catanzaro è imprevedibile e sa fare gol. Non sarà una gara semplice per nessuno».
A Catanzaro lei ha lasciato il cuore: 86 presenze e 18 reti.
«Per me Catanzaro è tutto dal punto di vista calcistico. Ho iniziato lì, sono cresciuto nel settore giovanile e quella città rappresenta una parte fondamentale della mia carriera».
Se pensa invece alla sua avventura nel Bari, più gioie o più delusioni?
«Più gioie personali. Mi sono tolto grandi soddisfazioni ma ho anche aiutato la squadra. Ricordo gol importanti, come quello a Lecce all’ultimo minuto, quando molti tifosi stavano andando via convinti della sconfitta. Segnai anche nel derby di ritorno, poi Pasculli pareggiò su punizione. Con la città mi sono trovato benissimo, ho ancora tanti amici, ci sentiamo e ci vediamo spesso. Ho un legame fortissimo con Bari».
Veniamo al presente: oggi Antonio Soda è un allenatore…
«In questo momento mi sto guardando intorno. Non ho ancora trovato il progetto giusto, quello che mi aspetto. Preferisco aspettare piuttosto che accettare qualcosa che non mi convince. Nell’ultimo campionato vinto a Gozzano ho avuto la soddisfazione di lanciare giocatori come Messias e altri che poi sono arrivati in Serie A e Serie B. Questo mi rende molto orgoglioso: aver aiutato dei ragazzi a crescere e arrivare in alto è una grande soddisfazione».