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Bari, in carcere si potranno celebrare i matrimoni: ok allo sportello dei servizi anagrafici

Pubblicato da: Daniele Leuzzi | Ven, 19 Marzo 2021 - 16:27

La giunta comunale ha approvato oggi lo schema di protocollo d’intesa tra il Comune di Bari e la Casa circondariale di Bari per l’apertura di uno sportello per i servizi anagrafici all’interno della Casa circondariale di Bari, in corso Alcide De Gasperi.

Il Comune di Bari, l’ufficio del Garante regionale e la Casa circondariale di Bari, nel corso dell’ultimo triennio, hanno intrapreso una serie di interlocuzioni finalizzate a favorire l’esercizio dei diritti e delle opportunità di partecipazione alla vita civile delle persone private della libertà personale. Da una disamina delle esigenze della popolazione detenuta condotta presso la struttura penitenziaria è emersa proprio la necessità di assicurare un’adeguata e tempestiva fruizione dei servizi comunali di anagrafe e di stato civile, con particolare riferimento ai servizi di emissione di certificati per i residenti, rilascio di autentiche e dichiarazioni sostitutive di atti di notorietà, rilascio di carte di identità in formato cartaceo per i residenti, ricezione delle istanze di iscrizione e di cancellazione anagrafica, oltre che alla celebrazione di riti civili e alla redazione di atti di riconoscimento di paternità.

Per questo si è scelto di sottoscrivere un protocollo d’intesa che impegna i soggetti coinvolti nell’individuazione di un luogo fisico deputato ad accogliere lo sportello all’interno della struttura, in cui verranno resi tanto i servizi di stato civile quanto quelli di anagrafe. Lo sportello demografico sarà attivo con cadenza periodica grazie alla presenza di un ufficiale di anagrafe o di stato civile incaricato dalla direzione della ripartizione Servizi demografici, elettorali e statistici, che potrà accedere alla Casa circondariale munito di preventiva autorizzazione. Tutti gli aspetti relativi alle modalità di erogazione del servizio saranno regolati con provvedimento dirigenziale in cui si definiranno le incombenze e l’autorizzazione ad operare all’interno della struttura.

Nell’ambito del protocollo, quindi, l’allestimento dello sportello sarà curato dal Comune di Bari che metterà a disposizione una postazione di lavoro completa (pc, sistema di connessione, stampante laser e stampante ad aghi) collegata alla rete comunale per l’accesso ai Sistema informativo settoriale della popolazione e alla banca dati anagrafica. La Casa circondariale, invece, metterà a disposizione del Comune un ufficio da destinare in via esclusiva allo svolgimento delle funzioni istituzionali di anagrafe e stato civile designato quale sede comunale, facendosi carico delle spese relative alle utenze.

“Questo atto per noi è un passo importante nell’ambito di una politica che guarda ai diritti delle persone, tutte – spiega Eugenio Di Sciascio -. Da tempo stiamo lavorando per avvicinare i servizi e le istituzioni ai cittadini cercando, ove possibile, di velocizzare e migliorare le procedure, pur tra molte difficoltà determinate dalla pandemia. questo ulteriore traguardo va ad aggiungersi a questo impegno. Crediamo che portare all’interno della Casa circondariale i servizi anagrafici, come pure i riti civili tra cui il matrimonio, sia un modo per agevolare la vita di tante famiglie che hanno un proprio congiunto in stato di detenzione e, così facendo, portare l’Istituzione in un luogo deputato, oltre che all’applicazione della pena, anche e soprattutto alla reintegrazione sociale dei detenuti”.

“Sono molto contenta di questa opportunità, che rappresenta un’esperienza attualmente attiva solo in pochissimi altri istituti italiani – dichiara Valeria Pirè, direttrice della Casa circondariale -. Si tratta di un’iniziativa di grande valore anche a livello simbolico perché, riconoscendo la non extra-territorialità del carcere rispetto alla città, la comunità e le sue istituzioni si fanno carico dei detenuti e del loro diritto di cittadini. Spero questo segnale venga colto dagli stessi detenuti affinché possano intraprendere un percorso di consapevolezza”.

“Penso che, nell’ottica esclusiva del benessere degli ospiti della casa circondariale, questa iniziativa sia davvero una buona notizia – osserva Piero Rossi, garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà -. Il fatto che l’amministrazione comunale abbia inteso dislocare nella struttura penitenziaria un importante servizio, quasi questa fosse una sorta di Municipio comunale, è un elemento di grande civiltà ma anche di dichiarata consapevolezza dell’amministrazione di voler prendersi cura, nell’ambito delle proprie competenze, delle persone detenute. Una scelta estremamente importante sia sul piano concreto che su quello simbolico. Da questo punto di vista, il garante non solo darà massimo risalto a questo progetto ma soprattutto si impegnerà affinché venga diffuso in altri luoghi di detenzione”.

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