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Sanità, l’Olanda “apre la caccia” agli infermieri italiani

Pubblicato da: redazione | Mer, 9 Febbraio 2022 - 08:19

Dopo Inghilterra, Germania, Lussemburgo e la vicinissima Svizzera, Paesi pronti  a costruire ponti d’oro per gli infermieri italiani, pur di inserire le nostre ambite professionalità all’interno dei propri ospedali, alla lunga lista dei “corteggiatori” degli operatori sanitari di casa nostra si è aggiunta anche l’Olanda.

Dal Paese dei Tulipani, arrivano negli ultimi giorni le “invitanti” proposte della EMTG Health Care, un vero e proprio programma accademico che, attraverso un referente italiano, si sta occupando di selezionare giovani infermieri, anche alla prima esperienza, per inserirli nella realtà sanitaria olandese. Stiamo verificando in queste ore la veridicità delle proposte che vengono pubblicate sul sito ufficiale del programma. A quanto pare, i giovani professionisti italiani verrebbero inseriti in un allettante percorso di formazione e avviamento al lavoro, totalmente spesato, incluso di vitto e alloggio.

L’obiettivo principale degli olandesi è quello risolvere le carenze linguistiche, e poi naturalmente occorre preparare al meglio il professionista alle esigenze sanitarie del Paese ospitante.  Previsto, addirittura, anche un programma di integrazione culturale e sociale, con la partecipazione addirittura a feste locali, nell’idea che l’infermiere moderno possa e debba rappresentare sempre di più anche una figura di comunicazione con il cittadino e il malato, con un importante ruolo sociale, fuori e dentro le realtà ospedaliere, per far fronte alle attuali e future emergenze che ci attanagliano.

L’Olanda, mai come in questo caso, pensa davvero in grande sin dall’inizio, per inserire le nuove professionalità straniere che si candideranno al programma, e soprattutto per far fronte ad una carenza di personale di non poco conto, al pari di altri Paesi , ha deciso di pescare a piene mani dalle migliori realtà sanitarie continentali.

Gli infermieri italiani sono ai primissimi posti per titolo di studio , professionalità e competenza , l’Olanda come altri Paesi lo hanno compreso bene, e il programma in questione offre contratti base di 18 mesi, naturalmente rinnovabili, con stipendi lordi fino a 43mila euro annui.  Facendo due conti, il costo della vita in Olanda non è certo basso, ma per un giovane infermiere italiano, che non per forza deve alloggiare nel centro di Amsterdam, potrebbe essere un’occasione da cogliere al volo.

Si può partire da uno stipendio di 2500 euro netti al mese, a cui si aggiunge un corso di lingua gratuito, un impegno di lavoro di 32-36 ore settimanali, un Job mentor pronto ad accompagnare la tua crescita e il tuo inserimento nel nuovo Paese, e la possibilità di veder lievitare lo stipendio oltre i 3mila euro con straordinari ben pagati, usufruendo addirittura delle leggi locali che prevedono un forte sconto fiscale, fino al 30% sulle tasse, nei primi cinque anni per i lavoratori stranieri.

«Se tutto questo sarà confermato, dice Antonio De Palma, Presidente del Nursing Up, e lo stiamo verificando, provate a chiedervi quanti genitori di giovani infermieri italiani under 35 consiglierebbero ai propri figli di dire di no ad una occasione del genere. In questo momento, ahimè, l’Italia, lo ribadiamo da tempo, continua De Palma, è lontana anni luce dal poter riservare trattamenti del genere ai propri operatori sanitari.

Tutt’altro! Non è un caso che Sindacati come il nostro scenderanno di nuovo in piazza per urlare a gran voce la febbricitante realtà di una sanità italiana che appare afflitta da troppo tempo da patologie croniche, che ricadono inevitabilmente su infermieri con gli stipendi tra i più bassi d’Europa, alle prese con turni massacranti, demansionamenti, violenze fisiche e psicologiche che si consumano nelle corsie, prospettive di valorizzazione con il contagocce. Il Governo e le Regioni, hanno il dovere di arginare la fuga di giovani infermieri  italiani verso l’estero. Solo così la malandata macchina del nostro sistema sanitario, legato a filo doppio alla professionalità degli infermieri di oggi e di domani, che rappresentano il 70% del nostro comparto sanitario, potrà pensare di rimettersi in moto e andare avanti», conclude De Palma.

 

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