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Violenza privata e minacce, annullate due condanne nel Barese

I fatti risalgono al 2021 a Triggiano

Pubblicato da: redazione | Lun, 15 Gennaio 2024 - 12:02
Martello-della-Giustizia

La Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza di condanna a due anni e quattro mesi e tre anni di reclusione, emessa nel febbraio 2023 dalla Corte d’Appello di Bari, nei confronti di Fabio Domenico Chiarelli (27 anni) e Luigi Frappampina (22), a cui erano attribuiti i reati di lesioni volontarie (per la Procura tentato omicidio, poi derubricato dai giudici di primo e secondo grado), porto e detenzione di arma, violenza privata e minaccia aggravata. Ne dà notizia l’Ansa.

I giudici della prima sezione penale della Suprema Corte hanno quindi accolto i ricorsi dei legali degli imputati, gli avvocati Fabio Schino e Nicola Quaranta. Sarà una nuova sezione della Corte d’Appello di Bari a rivalutare la vicenda. I fatti per i quali i due finirono a processo risalgono al 18 settembre 2021.

Quella sera, nel Comune barese di Triggiano, i due avrebbero aggredito un ragazzo che aveva trascorso la serata insieme alla fidanzata di Frappampina, raggiungendolo in macchina (mentre era con la ragazza) e impedendogli di scappare da una strada senza uscita. Frappampina, che secondo gli inquirenti agì per “gelosia”, avrebbe puntato una pistola alla testa della vittima, minacciandolo di morte, e poi avrebbe sparato alcuni colpi verso la carrozzeria.

Chiarelli, nel frattempo, avrebbe colpito la macchina del giovane con una mazza ferrata danneggiando il parabrezza, rompendo i finestrini e danneggiando più parti della carrozzeria, oltre a colpire la vittima al braccio. Chiarelli è attualmente imputato per un’altra vicenda culminata con l’omicidio del suo amico Vito Caputo.

Il 16 marzo scorso, Chiarelli e Caputo organizzarono una “spedizione punitiva” (come scritto dalla Procura) nei confronti di Piero Canonico, ex compagno della fidanzata di Chiarelli, e del padre Renato. In auto, i due si misero all’inseguimento della macchina dei Canonico da Cellamare (Bari) al vicino Comune di Capurso. Lì i quattro uscirono dalle auto dando vita a una rissa violentissima, nella quale Piero Canonico – secondo quanto ricostruito dagli inquirenti – avrebbe colpito con diverse coltellate sia Caputo, che morì, sia Chiarelli, che rimase ferito. Chiarelli è accusato di rissa, violenza privata aggravata e violazione della sorveglianza speciale.

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