Inizierà il prossimo 4 novembre, davanti alla Corte d’Assise di Bari, il processo a carico di Antonio Rizzi, accusato dell’omicidio volontario aggravato di Franco Dogna, il 63enne trovato senza vita il 7 gennaio scorso nella sua abitazione di Santo Spirito. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Dogna fu colpito con 85 fendenti, probabilmente inferti con un coltello e un forchettone da cucina. Rizzi, fermato dai carabinieri pochi giorni dopo, confessò il delitto durante l’interrogatorio. L’indagine, coordinata dalla pm Carla Spagnuolo, fu definita una “inchiesta lampo”.
All’imputato è contestata anche l’aggravante della crudeltà. Il fratello e la sorella della vittima si sono costituiti parte civile, assistiti dagli avvocati Piero De Paola e Mario Barnaba. Secondo gli atti, Rizzi conosceva la vittima da tempo e la sera del 6 gennaio si recò a casa sua: lì sarebbe scoppiata una lite degenerata nell’aggressione mortale. L’imputato avrebbe riferito di contrasti legati all’uso di stupefacenti, ma l’autopsia ha smentito questa versione, accertando che Dogna non aveva assunto droghe. Al contrario, l’uomo avrebbe cercato di aiutare Rizzi a superare la tossicodipendenza. Dopo l’omicidio, Rizzi si allontanò in auto e rientrò a casa. Per gli investigatori stava valutando un piano di fuga all’estero.