Niente più iniezione, ma uno spray nasale. Dal 2026 in Italia sarà disponibile un nuovo dispositivo salvavita contro lo shock anafilattico, attualmente nelle ultime fasi di valutazione da parte dell’Aifa. L’annuncio è arrivato al XXXVII Congresso nazionale della Società Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica (Siaaic).
Lo shock anafilattico è una reazione allergica grave e improvvisa che può provocare difficoltà respiratorie e calo della pressione fino al rischio di morte. In Italia si stimano circa 10mila casi all’anno, con 60-70 vittime. A scatenarlo possono essere alimenti, punture di insetti o farmaci. Oggi il trattamento standard è la somministrazione rapida di epinefrina tramite iniettore.
“Il problema – spiega Vincenzo Patella, presidente Siaaic – è che tra il 25% e il 60% dei pazienti rifiuta l’iniezione per paura o insicurezza, oppure la somministra in ritardo, compromettendo l’efficacia del trattamento. Molti non portano con sé l’iniettore o non lo sostituiscono una volta scaduto”. Lo spray nasale potrebbe superare questi limiti: è più facile da usare, ha una durata di conservazione più lunga (30 mesi contro i 12-18 delle iniezioni) e garantisce la stessa efficacia. “La somministrazione intranasale rappresenta una valida alternativa in emergenza – aggiunge Erminia Ridolo, direttrice della Scuola di Specializzazione in Allergologia e Immunologia Clinica dell’Università di Parma –. I risultati sono stati confermati anche da studi su bambini e adolescenti con allergie alimentari pubblicati sul Journal of Allergy & Clinical Immunology in Practice”.
Foto Freepik