Il 31 ottobre 2025 sarà una giornata di mobilitazione per le lavoratrici e i lavoratori del Terzo Settore Socio-Sanitario Assistenziale: circa 10.800 dipendenti, tutti soggetti al CCNL ANASTE, incroceranno le braccia per chiedere condizioni di lavoro più giuste e salari adeguati. La protesta arriva dopo mesi di tensioni legate al rinnovo contrattuale, considerato dalle organizzazioni sindacali non rappresentativo e penalizzante.
Il nodo della questione è la firma, avvenuta lo scorso luglio, di un nuovo contratto tra ANASTE e alcune sigle sindacali autonome, ritenute non rappresentative del settore. Secondo FP CGIL, CISL FP, FISASCAT CISL, UIL FPL e UILTUCS, questo accordo introduce peggioramenti normativi e aumenti salariali irrisori, lasciando i lavoratori del settore socio-sanitario in una situazione di evidente disparità rispetto ai colleghi impiegati con altri CCNL.
Le differenze salariali sono notevoli: gli OSS guadagnano oggi tra i 1.200 e i 1.300 euro l’anno in meno, gli educatori tra 1.300 e 1.500 euro, e gli addetti alle pulizie tra 1.500 e 2.000 euro in meno rispetto a chi lavora sotto contratti come Uneba o Cooperative Sociali. Anche le tutele in caso di malattia risultano peggiorative, creando ulteriori disparità tra operatori che svolgono le stesse mansioni con lo stesso impegno e responsabilità.
Lo sciopero segue l’esito negativo del tentativo obbligatorio di raffreddamento e conciliazione e nasce dalla volontà dei sindacati di ottenere un contratto che riconosca dignità e professionalità a chi ogni giorno si prende cura delle persone più fragili, garantendo servizi di qualità. Le organizzazioni sindacali sottolineano come gli aumenti previsti dall’accordo ANASTE siano ben al di sotto di quelli ottenuti da altre realtà del comparto, dove i rinnovi contrattuali hanno assicurato incrementi tra il 10,4% e il 12,6% e miglioramenti su malattia, genitorialità, welfare e misure di contrasto a molestie e violenza di genere.
Nei prossimi giorni è prevista una campagna di sensibilizzazione che coinvolgerà i luoghi di lavoro, le comunità locali e le istituzioni. Assemblee, iniziative pubbliche e interventi mirati vogliono portare all’attenzione dell’opinione pubblica l’urgenza di un CCNL equo, capace di valorizzare le competenze e la dedizione dei lavoratori del settore socio-sanitario.