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Bari, il cinema per raccontare il potere della memoria: al via la rassegna “Film che lasciano il segno”

Al Galleria, ecco quando

Pubblicato da: redazione | Mer, 10 Dicembre 2025 - 14:21
Multicinema Galleria - esterno

Tre titoli, tre protagonisti e tre percorsi personali per raccontare come il cinema possa incidere sulla memoria individuale e collettiva. È l’obiettivo di “Film che lasciano il segno”, la rassegna ideata da Enzo Augusto al Multicinema Galleria di Bari, in programma tra dicembre 2025 e febbraio 2026. L’iniziativa, realizzata da Pool e Utòpia 2100 con il sostegno di Ariete – Servizi Integrati, propone a tre figure del mondo istituzionale e culturale di scegliere e presentare un film che abbia avuto un impatto decisivo sul proprio sguardo.

I protagonisti di questo confronto con il grande schermo sono il sindaco di Bari Vito Leccese, la presidente della Fondazione “Giuseppe Di Vagno” Daniela Mazzucca e il rettore dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, Roberto Bellotti. Ciascuno introdurrà il film scelto, spiegando al pubblico le ragioni di un legame che unisce esperienza personale e riflessione civile.

La rassegna si apre giovedì 11 dicembre con “Il cacciatore” (1978) di Michael Cimino, presentato da Vito Leccese (ingresso libero). Il film, vincitore di cinque premi Oscar, ripercorre la frattura provocata dalla guerra del Vietnam sulle vite di una comunità operaia della Pennsylvania. La celebre sequenza della roulette russa e il lavoro di un cast straordinario – da Robert De Niro a Christopher Walken, fino a Meryl Streep – restano tra le immagini più incisive della storia del cinema.

Secondo appuntamento giovedì 15 gennaio 2026 con “L’insulto” (2017) di Ziad Doueiri, introdotto da Daniela Mazzucca. Il film, candidato all’Oscar come miglior opera straniera, nasce da un diverbio che si trasforma in un caso giudiziario capace di far emergere tensioni politiche, religiose e identitarie del Libano contemporaneo. Un racconto che mette a fuoco il peso della memoria e il potere delle parole nel riaprire ferite collettive.

La rassegna si chiude giovedì 5 febbraio con “Fino alla fine del mondo” (1991) di Wim Wenders, presentato da Roberto Bellotti. L’opera, visionaria e anticipatrice, affronta il rapporto tra tecnologia, immagini e percezione della realtà, accompagnata da una colonna sonora divenuta iconica. Ambientato in un futuro allora solo immaginato, il film propone un viaggio globale che interroga il senso dell’esperienza umana in un mondo sempre più connesso. Le proiezioni saranno tutte alle 20.30.

Foto repertorio

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