La cucina italiana entra ufficialmente nel novero dei patrimoni immateriali dell’umanità, un riconoscimento che va oltre la tavola e celebra un vero e proprio stile di vita. Dai sapori della tradizione casalinga ai piatti dell’alta ristorazione, la gastronomia del Bel Paese si conferma un simbolo culturale e sociale capace di unire territori, comunità e generazioni.
“Esprimo la più profonda soddisfazione per il raggiungimento di un obiettivo storico: la cucina italiana è stata insignita del titolo di Patrimonio Immateriale dell’Umanità dall’UNESCO – ha dichiarato il ministro del Turismo Daniela Santanchè -. Si tratta, infatti, del riconoscimento mondiale di un modello culturale che è parte integrante della nostra identità nazionale e, allo stesso tempo, un asset strategico di grande rilevanza per il tessuto economico italiano”.
Secondo Santanchè, il segreto di questo successo risiede nell’equilibrio tra convivialità, valore sociale e tutela dei prodotti locali. “Il suo cuore è la convivialità e il valore sociale, che lega famiglie e comunità e che si unisce indissolubilmente alla ricchezza dei nostri territori, promuovendo la tutela dei prodotti locali”, spiega il ministro, sottolineando come il patrimonio enogastronomico italiano non sia solo gusto, ma anche identità culturale e legame tra persone.
A rafforzare la promozione internazionale arriva il progetto “Italia Gourmet Bus” dell’ENIT, che celebra le eccellenze italiane nelle principali capitali europee e che si conclude questa settimana a Roma. La tradizione culinaria, continua Santanchè, ha mantenuto la sua autenticità grazie alla trasmissione delle conoscenze pratiche tra le generazioni: dalla cucina domestica agli chef più innovativi, il filo della cultura gastronomica italiana non si è mai interrotto.
L’impatto economico della cucina italiana è altrettanto significativo: nel 2024 il settore ha generato un fatturato di oltre 40 miliardi di euro, con una crescita del 12% rispetto all’anno precedente, mentre nei primi quattro mesi del 2025 i flussi turistici legati al cibo hanno già raggiunto i 9 miliardi di euro. “La cucina italiana è ora riconosciuta come ambasciatrice della Nazione nel mondo, un patrimonio che abbiamo il dovere di tutelare, promuovere e valorizzare ancora di più”, conclude Santanchè, sottolineando l’impegno condiviso di operatori, associazioni, istituzioni e Governo per trasformare questo prestigioso riconoscimento in un motore di crescita strutturale e orgoglio nazionale.
Il traguardo UNESCO non è dunque solo una vittoria simbolica: rappresenta un incentivo concreto a valorizzare le eccellenze italiane, rafforzare l’industria turistica e consolidare l’identità culturale di un Paese che continua a sedurre il mondo con i suoi sapori, le sue tradizioni e la sua capacità unica di trasformare il cibo in esperienza condivisa.