Quando si pensa di aver toccato il fondo, puntualmente si viene smentiti. Con questo Bari accade esattamente questo: dopo ogni giornata di campionato si crede di aver visto il peggio che il calcio possa offrire, invece arriva quasi subito l’ennesima conferma negativa, con una squadra capace di fare sempre peggio.
Contro il Pescara, quantomeno, si era intravista un po’ di volontà o qualche giocata individuale che aveva portato ad un misero punticino contro il fanalino di coda del torneo. A Bolzano, invece (e nonostante ancora una volta si giocasse in superiorità numerica), Pucino e compagni sono riusciti nell’impresa, tutt’altro che semplice, di non effettuare nemmeno un tiro in porta contro il modesto ma arcigno Sudtirol.
Purtroppo, se non si riesce a portare a casa sei punti in due scontri diretti disputati contro formazioni di bassissima classifica, peraltro giocando per oltre un tempo con l’uomo in più, diventa davvero complicato nutrire speranze di salvezza. Questo gruppo non mostra una minima identità di gioco e i calciatori stanno evidenziando una personalità quasi inesistente. La sensazione, che non potrà mai trasformarsi in certezza, è che con la riconferma di Moreno Longo questa squadra non si troverebbe in quella umiliante posizione di graduatoria.
Finiscono persino per suscitare un po’ di tenerezza i tesserati biancorossi che si presentano davanti a microfoni e telecamere nel post gara. Il vice dello squalificato Vivarini, Andrea Milani, ha dichiarato: “L’obiettivo era portare a casa la vittoria. Bisogna però ragionare anche sui momenti e credo che il pareggio non sia un risultato negativo. Prendiamo quanto di buono c’è e continuiamo a lavorare. Sono tre partite che non perdiamo e non abbiamo subito gol”. Insomma, un’ostinata volontà di vedere il bicchiere mezzo pieno, quando in realtà appare desolatamente vuoto.
L’ultima speranza per provare a invertire una rotta che sembra ormai segnata è il mercato di gennaio. Ma le incognite sono essenzialmente tre. La prima: le operazioni verranno gestite da Magalini e Di Cesare, i responsabili tecnici del disastro a cui si è assistito finora. La seconda: per poter ambire a calciatori integri, pronti e di qualità, capaci di cambiare passo, servirebbero investimenti seri e consistenti, mentre i De Laurentiis hanno ampiamente dimostrato di guardare altrove, preferendo le pendici del Vesuvio. La terza: il mercato invernale è notoriamente più complesso, perché difficilmente un club si priva di elementi che stanno rendendo bene e si è costretti a puntare sugli esuberi, ovvero su giocatori che hanno visto poco o nulla il campo.
E mentre la tifoseria appare sempre più distante e rassegnata, in casa SSC Bari tutto tace, con il presidente Luigi De Laurentiis che ha parlato nel corso della cena con gli sponsor, di futuri investitori esteri da individuare e convincere entro il 2026. Parole che, finché non saranno supportate dai fatti, non produrranno alcun effetto su una piazza ormai abituata a vederne di tutti i colori. Di certo, continuare a trascinarsi in queste condizioni fino al 2028 rappresenterebbe un vero e proprio massacro per la povera e bistrattata tifoseria barese.
Foto Ssc Bari
