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Taranto, le lacrime del presidente di Peacelink contro la fabbrica ex Ilva: “Città da risarcire”

Pubblicato da: redazione | Mar, 19 Novembre 2019 - 16:30

“Taranto deve essere risarcita, l’inquinamento rifiutato da Genova nel 2000 è stato trasferito nella città pugliese. Lo Stato l’ha scelta come una città da sacrificare”. Così Alessandro Marescotti, fondatore dell’associazione Peacelink, ha commentato commosso a Skytg24 l’annosa questione della fabbrica ex Ilva a rischio chiusura.

Il professore 66enne di italiano e esperto di chimica, laureatosi in Filosofica all’Università di Bari, continua a battersi sul tema ambientale contro l’inquinamento legato alle polveri sottili sprigionate dall’impianto sotto il controllo di ArcelorMittal.

PeaceLink sta monitorando con attenzione la situazione ambientale dopo la decisione di ArcelorMittal di rallentare la produzione degli impianti. In questi giorni la fabbrica sta riducendo la marcia degli impianti e le centraline Arpa registrano un calo complessivo delle polveri sottili del 33%. Nel quartiere Tamburi di Taranto (accanto al quale è sorto il polo siderurgico nel 1960) in questi giorni la qualità dell’aria sta migliorando, se si prendono in considerazione i dati del mese di novembre. Quello che si registra in particolare è il calo delle polveri sottili che non si depositano al suolo ma che rimangono a mezz’aria ed entrano nei polmoni, come il PM10.

La copertura dei parchi minerali – lo aveva documentato PeaceLink con un apposito recente rapporto – non aveva influito sulle polveri sottili ma solo su quelle grossolane che si depositano al suolo. Adesso invece, con il fermo degli impianti in corso, a scendere sono proprio le polveri fini e finissime, ossia quelle che “galleggiano” nell’aria che respiriamo, senza depositarsi al suolo per le loro caratteristiche gravimetriche. E’ plausibile che il livello dell’inquinamento da polveri sottili del quartiere Tamburi scenda nei prossimi giorni fino ad allinearsi con quello dei quartieri periferici e con quello della provincia di Taranto.
Va rimarcato che vi è una netta differenza fra in quartiere Tamburi di Taranto e le aree più distanti; tale differenza era fino a un mese fa di circa 10 microgrammi a metro cubo per il PM10 e che ciò ha costituito un rischio costante e inaccettabile per la salute.

Per quanto riguarda i dati di salute, è importante sottolineare la differenza di incidenza dei tumori fra la città di Taranto e la provincia, fotografata impietosamente dallo studio Sentieri dell’Istituto Superiore della Sanità, che qui sotto riportiamo in forma riassuntiva.

Studio Sentieri – ISS (Istituto Superiore Sanità)
Incidenza tumori a Taranto e Statte rispetto agli altri comuni della provincia

Uomini
+50% tumore maligno del polmone
+100% mesotelioma
+100% tumore maligno del rene
+100% tumore vie urinarie
+30% tumore alla vescica
+30% tumore della testa e del collo
+40% tumore maligno del fegato
+60% linfoma non Hodghin
+20% tumore maligno del colon
+20% tumore della prostata
+90% melanoma cutaneo

Donne
+24% tumore maligno alla mammella
+80% tumore del collo dell’utero
+48% tumore del polmone
+21% tumore del colon retto
+75% tumore del fegato
+43% linfoma non Hodgkig
+100% tumore dello stomaco

Bambini
+54% tumori infantili rispetto alla Regione

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