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Due medici di Bari e Brindisi premiati dalle pazienti: “Tra i migliori quattro d’Italia”

Pubblicato da: redazione | Gio, 28 Novembre 2019 - 18:30
Ospedale San Paolo

Hanno ricevuto oggi a Milano il “Riconoscimento Umberto Veronesi al Laudato Medico” i quattro specialisti per la cura del tumore al seno più segnalati dalle pazienti italiane per umanità ed empatia, di cui 3 su 4 lavorano in ospedali del Sud.

Il premio, alla sua terza edizione, viene assegnato da Europa Donna Italia. Quest’anno sono state ben 4.968 le segnalazioni delle pazienti, il 43% in più della prima edizione. Divisi in quattro categorie – oncologo, chirurgo, radioterapista e radiologo – i più segnalati sono risultati Palma Fedele dell’Ospedale Antonio Perrino di Brindisi, Giuseppe Di Martino dell’Asp Caltanissetta-Ospedale Vittorio Emanuele di Gela, Simona Cristallini, dell’Ospedale San Luca di Lucca ed Emanuela Garasto dell’Ospedale San Paolo di Bari.

«Questo progetto – dichiara Rosanna D’Antona, presidente Europa Donna Italia – risponde alla necessità delle pazienti di evidenziare la buona pratica nei loro medici, e della classe medica di essere sensibilizzata sull’importanza di curare anche la componente umana con il dialogo e l’ascolto». Creare da subito un buon rapporto con il paziente, entrando in empatia con lui «è fondamentale – afferma Paolo Veronesi, presidente Fondazione Umberto Veronesi – La prima cosa da fare è ascoltarlo, attraverso domande mirate, senza essere pressante, per instaurare un dialogo sereno». Il comportamento empatico attiva infatti meccanismi benefici. Per identificare e valutare i bisogni dei pazienti oncologici è stato avviato da circa dieci anni il progetto HuCare (Humanization in Cancer Care), il cui obiettivo è insegnare al personale sanitario come comunicare e interagire con il malato e intervenire con precise strategie per ridurre i bisogni. Nella seconda fase dello studio, con la collaborazione dell’Istituto di Oncologia di Cremona e l’Ospedale di Parma, sono stati applicati concretamente gli interventi, ottenendo un miglioramento del 20% nella qualità di vita dei pazienti e una riduzione dei bisogni economici, sanitari, psicologici e sociali.

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