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Bari e Bat “zone nere” dell’agricoltura. Cia Puglia: “Manca la manutenzione idraulica”

Pubblicato da: redazione | Mar, 15 Dicembre 2020 - 21:00
Altamura campagne allagate

Le province di Bari e Bat definite come “zona nera” dagli agricoltori pugliesi. Ironizzando in maniera pungente sulla situazione di emergenza sanitaria e sulla divisione dei territori italiani per colori, la delegazione regionale di CIA Agricoltori italiani, denuncia “l’assenza sul territorio di opere di manutenzione idraulica  da più di 20 anni, cioè da quanto è completamente saltato qualsiasi intervento ordinario e periodico su canali, corsi d’acqua, cunette e tenuta idrogeologica del territorio”. 

La categoria testimonia, infatti, come le piogge degli ultimi giorni abbiano comportato allagamenti di campi coltivati e strade rurali in tutto il territorio delle due province e, in particolare ad Altamura, Gravina in Puglia, Laterza, Santeramo, Cassano Murge, Canosa, ma anche a Trani, Barletta, Poggiorsini, Minervino, Spinazzola. “I canali e i corsi d’acqua sono ostruiti, così da avere una portata più che dimezzata in certi casi a causa di detriti, sterpaglia, rami, fango e perfino rifiuti”, spiega Felice Ardito, presidente provinciale di CIA Levante. 

“I danni sono enormi – denunciano i responsabili territoriali del settore – Chi ha già seminato rischia di veder marcire il proprio lavoro, mentre tutti gli altri potrebbero non riuscire più a seminare, viste le condizioni dei campi che si sono trasformati in gigantesche pozzanghere”. Nelle scorse settimane, CIA Puglia ha denunciato “una procedura di definizione e ripartizione del tributo 630 incongrua, non rispondente all’erogazione del servizio per come dovrebbe essere, per certi versi illegittima. Con una nota inviata al Commissario Commissario Straordinario unico dei Consorzi di Bonifica  Arneo, Storanara e Tara, Terre d’Apulia, Ugento e Li Foggi, la CIA Agricoltori della Puglia ha contestato la procedura relativa al contributo 630 e ha chiesto, per l’ennesima volta, che i consorzi commissariati tornino realmente a funzionare, perché ad oggi chiedono contributi senza erogare i servizi che ne giustificherebbero il pagamento. 

Il tributo 630 è proprio quello relativo alla “Difesa idraulica” del territorio. “Per necessaria memoria”, ha aggiunto Felice Ardito, presidente provinciale di CIA Levante, “si ricordano i numerosissimi ricorsi rivolti sin dal 2014 avverso le cartelle dei Consorzi di Bonifica commissariati impositive del tributo Cod. 630, che hanno visto numerosi accoglimenti e addirittura sentenze della Cassazione che generano legittimi dubbi ormai sul fondamento del tributo, non tanto della sua astratta validità normativa, quanto della sostanziale e pertanto legittima efficacia”. In pratica, la programmazione di lavori di manutenzione ordinaria a difesa del suolo continua a restare sulla carta e a non essere attuata nel concreto.

 

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