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Covid, l’indice Rt torna a salire. Tre regioni a rischio alto

Pubblicato da: redazione | Ven, 18 Dicembre 2020 - 17:00
tampone covid coronavirus

“L’incidenza in Italia rimane ancora troppo elevata e l’impatto dell’epidemia è ancora sostenuto nella maggior parte del Paese. Tale situazione non permette un allentamento delle misure adottate nelle ultime settimane e richiede addirittura un rafforzamento delle stesse in alcune aree del paese”. Lo si legge nella bozza del consueto monitoraggio dell’iss, relativo alla settimana 7 – 13 dicembre 2020 (dati aggiornati al 16 dicembre 2020)

“Nella settimana di monitoraggio si continua ad osservare nella maggior parte delle regioni un rischio moderato o alto con solo cinque regioni  a rischio basso di una epidemia non controllata e non gestibile. Questo andamento richiede rigore nell’adozione e rispetto delle misure evitando un rilassamento nei comportamenti”.

In particolare Lazio, Liguria e Veneto sono classificate a rischio alto. Tredici Regioni/PA sono classificate a rischio Moderato, di cui 2 (Marche e PA Trento) hanno una probabilità elevata di progredire a rischio alto nel prossimo mese nel caso si mantenga invariata l’attuale trasmissibilità. Cinque Regioni sono classificate a rischio Basso.

Nel periodo 25 novembre-8 dicembre 2020, l’indice di trasmissibilità Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,86, in salita rispetto allo 0.82 del monitoraggio della scorsa settimana. Si riscontrano valori di RT puntuale inferiore a 1 in 16 Regioni.

“Si osserva per la prima volta un segnale di controtendenza dell’indice Rt della trasmissibilità rispetto alla settimana precedente nell’intero Paese, con ritorno di tre Regioni ad una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo 2 (Lazio, Lombardia e Veneto)”.  Questo si realizza in un contesto europeo caratterizzato da un nuovo aumento nel numero di casi in alcuni paesi Europei (come Regno Unito, Olanda e Germania)

“É complesso prevedere l’impatto che potrebbe avere il periodo di feste natalizie, tuttavia le aumentate mobilità e l’interazione interpersonale tipica della socialità di questa stagione potrebbero determinare un aumento rilevante della trasmissione di SARS-CoV-2. Nella situazione descritta, questo comporterebbe un conseguente rapido aumento dei casi a livelli potenzialmente superiori rispetto a quanto osservato a novembre in un contesto in cui l’impatto dell’epidemia sugli operatori sanitari, sui servizi e sulla popolazione è ancora molto elevato”, scrive ancora l’Iss .

Sebbene si osservi una diminuzione dell’incidenza a livello nazionale negli ultimi 14 giorni, il valore è “ancora lontano da livelli che permetterebbero il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti. Questo approccio ha mostrato i primi segni di criticità quando il valore a livello nazionale ha superato i 50 casi per 100.000 in sette giorni”. (Ansa)

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