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Puglia, 4mila aziende a rischio ma cresce commercio online (+40%)

Pubblicato da: redazione | Mar, 16 Marzo 2021 - 08:15

“L’ingresso in zona rossa per l’aumento dei contagi da Covid e la chiusura di molte attività commerciali è un disastro annunciato”. Lo dice Benny Campobasso, presidente di Confesercenti di Puglia, che aggiunge: “Non sono i negozi a produrre e diffondere i contagi, ma i trasporti e le scuole, i commercianti subiscono questa situazione e per questo vanno sostenuti con i ristori che non saranno mai troppi. Se arriveranno. E i livelli di consumo pre-pandemia saranno ripristinati non prima del 2024”.

L’ultimo report di Confesercenti denuncia che oltre 4mila aziende pugliesi sono a rischio chiusura. “Con le nuove misure restrittive, quel numero, è sicuramente destinato a crescere, è difficile fare previsioni adesso, li vedremo tra due o tre mesi. Molte attività commerciali piccole e medie resistono, aprono e rimangono in attesa di ricevere ristori, cassa integrazione, agevolazioni fiscali. Terminato questo periodo quanti saranno i sopravvissuti? ‘Temo che in molti non ce la faranno”.

Confesercenti è segnala che la lenta ripresa delle attività farebbe tornare alla normalità il commercio, mentre “l’altalena stop and go è un massacro economico. Ci sono aziende della ristorazione, della filiera turistica e del commercio della moda, che rappresentano il 90% delle 380mila aziende del nostro terziario, completamente ferme da mesi e senza ristori. Sicuramente i flussi turistici saranno di prossimità  e si perderà  una importante fetta di mercato straniero che con impegno e sacrifici avevamo conquistata negli ultimi anni”.

La crescita del commercio online – nell’anno del Covid – ha raggiunto il 40%, raddoppiando il dato del 2019. ‘E’ un commercio che favorisce i grandi gruppi e non lascia risorse sul territorio. Tuttavia, molti esercizi di prossimità si sono organizzati per il commercio online, il quale sfortunatamente non può essere esteso a tutte le categorie. Per acquistare un capo di abbigliamento – per esempio – occorre la presenza in negozio per provarlo, testare il tessuto, perciò l’online non è indicato per il commercio al dettaglio. È una guerra dalla quale i piccoli esercizi non si salveranno. Purtroppo’.

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