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Strage di Erba, chiesta riapertura caso: “Errore su Rosa e Olindo”

Nella strage furono uccise quattro persone tra cui Youssef di soli due anni

Pubblicato da: redazione | Lun, 17 Aprile 2023 - 09:00

Il sostituto procuratore generale di Milano Cuno Tarfusser ha presentato una istanza per riaprire il caso della strage del 2006 a Erba per la quale sono stati condannati all’ergastolo Olindo Romano e Rosa Bazzi. La richiesta è stata sollevata  “in tutta coscienza per amore di verità e di giustizia e per l’insopportabile pensiero che due persone, probabilmente vittime di errore giudiziario, stiano scontando l’ergastolo”.  In 58 pagine sono state depositate le motivazioni per la riapertura del caso.

Il pool di difensori di Olindo Romano e Rosa Bazzi presenterà la propria istanza di revisione del processo a Brescia “fra pochissimo tempo, indicativamente cinque o sei giorni”, ha spiegato all’ANSA l’avvocato Fabio Schembi, legale della coppia insieme a Nico D’Ascola, Luisa Bordeaux e Patrizia Morello.

La richiesta del sostituto procuratore è stata redatta sulla scorta di nuovi elementi presentati dalla difesa di Olindo Romano e Rosa Bazzi, relazioni firmate da una quindicina di esperti che riguardano, per esempio, le intercettazioni ambientali di quando Frigerio era in ospedale e che non sono mai entrate nel procedimento, oppure gli audio e i video prima della confessione, per l’avvocato estorta, della coppia, i filmati girati in carcere dal criminologo Massimo Picozzi, allora consulente della difesa, e anche una relazione di un genetista secondo cui quella traccia ematica individuata sul battitacco dell’auto di Olindo Romano sarebbe stata una “suggestione ottica”.

La strage è dell’11 dicembre 2006: quattro i morti, Raffaella Castagna e il figlio Youssef di due anni, la madre di Raffaella, Paola Galli e una loro vicina, Valeria Cherubini. Unico sopravvissuto, ma ferito, il marito di Valeria, Mario Frigerio, morto lo scorso gennaio. Secondo il sostituto procuratore generale, il riconoscimento fatto da Frigerio può essere visto come una “falsa memoria” e la confessione di Olindo e Rosa ottenuta con “errate tecniche di intervista investigativa” e dubbi ci sono anche sulla macchia di sangue trovata sull’auto di Olindo.  (foto dal servizio Le Iene)

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