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Da Ecg all’Holter, metà delle farmacie punta sulla Telemedicina

Indagine Federfarma, il 30% pronte a far crescere il servizio

Pubblicato da: redazione | Ven, 8 Dicembre 2023 - 18:40
farmacia

Elettrocardiogramma, holter pressorio, spiromentria. La telemedicina, seppure senza grande sprint nel nostro paese rispetto ad altri in Europa, è ormai una realtà nella metà delle farmacie italiane, mentre scatta il contro alla rovescia per il primo gennaio 2024 per l’avvio della piattaforma nazionale che potrà portare progressivamente la telemedicina negli studi di tutti i medici italiani. Un’indagine di Federfarma svela che che per quanto riguarda l’ECG, la media italiana delle farmacie che erogano il servizio è del 52%, con un 32% di farmacie che si dichiara disponibile ad implementarlo all’interno della propria attività. Quasi la metà delle farmacie italiane offre i servizi di holter pressorio (50%) e cardiaco (46%), mentre tra i quattro servizi oggetti d’indagine, la spirometria risulta il meno diffuso tra le farmacie italiane: solo l’8% di esse lo eroga attualmente, con il 56% che si dichiara disponibile a introdurlo all’interno della propria attività.

Questi test diagnostici consistono in telerefertazioni a distanza, effettuate in tempo reale e certificate da medici specialisti. Federfarma, con il supporto della propria società di servizi informatici Promofarma, ha promosso l’erogazione delle prestazioni di telemedicina in regime di libera prestazione presso la rete delle farmacie associate. Il progetto, che nel 2016 contava poco più di 2.000 farmacie aderenti, è arrivato oggi a coinvolgerne oltre 9.000 su tutto il territorio nazionale, con un incremento progressivo in atto delle adesioni, favorito anche dalle misure del PNRR dedicate alle farmacie rurali. Spostando il focus esclusivamente sulle rurali, i risultati si assestano approssimativamente sulla media nazionale: il 47% di esse eroga ECG, e il 37% è disponibile a farlo; il 44 e il 41% offrono rispettivamente holter pressori e cardiaci, con il 41% e il 42% disponibili a introdurli all’interno dei propri servizi; appena l’8% consente di effettuare una spirometria, con il 58% che intende implementarla all’interno della propria offerta.

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