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Mini condono in Puglia, architetti e urbanisti contro la Regione

"Il potere legislativo regionale non ha più vergogna di approvare leggi palesemente incostituzionali"

Pubblicato da: redazione | Gio, 28 Dicembre 2023 - 15:22

“L’ennesima sgangherata modifica ad una norma nazionale, il DPR 380/2001, che speriamo venga impugnata dal Governo e successivamente dichiarata incostituzionale dalla Suprema Corte” è quanto dichiarano i Presidenti dell’Istituto Nazionale di Urbanistica – INU Puglia, dell’Ordine degli Architetti PPC della provincia di Bari e del Centro studi per le politiche urbane Urban@it.

“L’ultima modifica – si legge in una nota –  arriva dopo anni di proroghe del c.d. Piano Casa, che ha causato un caos amministrativo a causa delle diverse pronunce della Corte Costituzionale; dopo l’approvazione questa estate di una norma che autorizzava i parcheggi in aree costiere in barba a qualsiasi autorizzazione paesaggistica e ambientale, anch’essa impugnata dal Governo; dopo l’approvazione nella legge di bilancio l’anno scorso di una norma che consentiva la concessione delle dune costiere ai balneari, oltre che alla legge che consente l’ampliamento per attività produttive connesse ad agricoltura con indice Iff=0,1 mc/mq invece di 0,03 attualmente in vigore”. “Sembra che il potere legislativo regionale non abbia più vergogna di approvare norme palesemente incostituzionali a scapito dell’interesse collettivo, del paesaggio e dell’ordinato governo dei territori” dichiarano i tre Presidenti, Cosimo Damiano Mastronardi, Nicola Martinelli e Francesco Rotondo. “Questo di inserire nella legge di bilancio previsionale norme del tutto estranee alla materia finanziaria è diventata una moda di via Gentile. Senza passare dal confronto di merito con le organizzazioni professionali in Commissione prima, senza rispettare il parere degli uffici regionali, i consiglieri sembrano interessati solo ad un passo falso del Governo che, se non dovesse impugnare la norma che modifica il DPR 380, lascerebbe spazio alla sanatoria di edifici conformi solo allo strumento urbanistico comunale attuale, e non più alla doppia conformità, ovverosia conformità rispetto allo strumento attuale e allo strumento vigente all’atto dell’abuso”, concludono.

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