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Trans uccisa a Bari, il padre: “Vivevamo serenamente”

In aula anche la biologa dell'istituto di Medicina legale

Pubblicato da: redazione | Mar, 23 Gennaio 2024 - 15:45
aula-tribunale

“Non l’ho visto litigare con nessuno, la sera prima” dell’omicidio “non l’ho visto preoccupato. Avevo intuito che in passato avesse avuto problemi con qualcuno, ogni tanto andava a testimoniare in tribunale per una causa di furto, ma parliamo di qualche anno prima del fatto. Con lui vivevamo serenamente, non mi addentravo nei particolari della sua vita privata e questa circostanza ci faceva vivere serenamente. Io e mia moglie avevamo accettato il suo orientamento”. A dirlo oggi in Corte d’Assise a Bari Vito Dentamaro, ascoltato come testimone dell’accusa nel processo per l’omicidio della figlia, la trans barese Ambra, all’anagrafe Salvatore Dentamaro, e della quale ha sempre parlato al maschile. Ambra fu uccisa con una coltellata la sera del 23 settembre 2018 sul lungomare San Giorgio di Bari e fu trovata senza vita nella sua auto. Imputato per l’omicidio è il 53enne pescatore di Triggiano (Bari) Francesco Brandonisio. “Non immaginavo si prostituisse – ha aggiunto il padre – ma spesso rientrava a casa verso le 5 o le 6 di mattina. Si confidava più con mia moglie, non so se assumesse stupefacenti”.

Successivamente è stata ascoltata anche l’attivista Lgbtqia+ e scrittrice Alessia Vessia, conosciuta con lo pseudonimo di Alessia Nobile, che ha detto di aver conosciuto Ambra circa 20 anni fa: “Avevamo cominciato insieme il percorso di transizione, anche se lei in un secondo momento decise di togliersi le protesi. Poi ci siamo perse di vista, ma sapevo che si prostituiva dalle parti dello stadio San Nicola. Dopo l’omicidio ho saputo che si era spostata a San Giorgio, e decisi di organizzare per lei una commemorazione” funebre “in forma femminile”. È stata infine sentita la biologa dell’istituto di Medicina legale di Bari Stefania Lonero Baldassarre, che ha analizzato i tamponi biologici trovati sulla scena del crimine, sul corpo della vittima e sul coltello usato per l’omicidio, che ha detto di aver analizzato 23 tamponi e di non aver “trovato alcun tipo di Dna diverso da quello della vittima”. Nella prossima udienza dell’8 febbraio verranno ascoltati altri testimoni dell’accusa. “

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