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Bari, i lavoratori dell’Ikea incrociano le braccia: previsto sit-in

I lavoratori chiedono il diritto ad "aumenti contrattuali dignitosi" in linea con gli indici IPCA, domani il presidio

Pubblicato da: redazione | Ven, 29 Marzo 2024 - 18:31
Ikea

Sono pronti ad incrociare le braccia i lavoratori dell’Ikea, in particolare il personale dipendente delle imprese che applicano il CCNL della Distribuzione Moderna Organizzata che aderiscono a Federdistribuzione. Nella giornata di domani, 30 marzo, a partire dalle 9.30 e fino alle 12.30 si terrà un presidio di protesta. Lo sciopero è stato indetto da FILCAMS CGIL Bari, FILCAMS CGIL BAT, Fisascat CISL Bari e Bat e UILTuCS Puglia e si terrà davanti alla sede dell’IKEA di Bari  L’iniziativa di mobilitazione, nello specifico,  è stata indetta in seguito alla proclamazione nella stessa giornata da parte di FILCAMS CGIL – FISASCAT CISL e UILTUCS Nazionali dello sciopero del suddetto personale, che sarà attuato mediante l’astensione dal lavoro per l’intero turno giornaliero.

“Lo sciopero ed il presidio di protesta del 30 Marzo 2024 – ha dichiarato il segretario generale della FILCAMS CGIL BARI Antonio Ventrelli – sono finalizzati a rivendicare il diritto ad aumenti contrattuali dignitosi in linea con gli indici IPCA per far recuperare al personale della Distribuzione Moderna Organizzata l’aumento del costo della vita che negli ultimi quattro anni ha falcidiato i salari e sono necessari per contrastare le proposte irricevibili di Federdistribuzione (che hanno determinato la rottura delle trattative) in quanto mirano a mortificare le professionalità, a precarizzare ulteriormente il rapporto di lavoro ed a cancellare diritti e garanzie che i lavoratori del settore hanno conquistato con sacrifici e lotte nel corso degli ultimi anni. È necessario e non più procrastinabile porre un argine deciso alla degenerazione del lavoro in questo settore importante per l’economia del nostro Paese che è il frutto di una cultura imprenditoriale che mette al primo posto i bilanci, il recupero dei costi e la ricerca della massima produttività e redditività a discapito della formazione, della crescita professionale, della qualità del servizio, lasciando sempre più spazio allo sfruttamento del lavoro” – conclude.

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