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Rifiuti tombati in una cava ad Altamura, denunciate 9 persone

Coinvolte quattro società

Pubblicato da: redazione | Mar, 30 Aprile 2024 - 10:26
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I militari coordinati dal Gruppo Carabinieri forestale di Bari, con l’ausilio del Reparto Carabinieri Parco Nazionale dell’Alta Murgia e della Compagnia CC di Altamura, hanno dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo emesso dal GIP del Tribunale di Bari su richiesta della locale Procura della Repubblica, con cui è stato disposto il sequestro di una cava in disuso e di n. 7 autocarri utilizzati per il trasporto illecito del materiale.

Le indagini, condotte dal Nucleo CC Forestale di Altamura, hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza nei confronti di nove soggetti presunti responsabili dello scarico e tombamento all’interno della cava di oltre 8000 metri cubi di rifiuti speciali, pericolosi e non pericolosi, con il coinvolgimento di n. 4 società. Secondo l’impostazione accusatoria accolta dal GIP, fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa, nella cava dismessa sarebbero stati perpetrati sistematici scarichi di rifiuti speciali (più di 400 viaggi in meno di un anno utilizzando gli automezzi pesanti oggetto di sequestro), verosimilmente derivanti da demolizione edilizia, nonché una periodica attività di occultamento e tombamento degli stessi rifiuti.

L’area oggetto di sequestro, pari a circa 9 ettari, è di particolare pregio ambientale, in quanto ricadente nella Zona Speciale di Conservazione “Murgia Alta”, compresa nella “Rete Natura 2000”: le condotte tenute dagli odierni indagati, avrebbero causato una compromissione ed il deterioramento in misura significativa e misurabile delle matrici ambientali del sito, integranti un’ipotesi di inquinamento ambientale.

Sono stati riconosciuti gravi indizi di colpevolezza a carico di nove persone che risultano indagate in concorso tra loro per i reati di inquinamento ambientale, esercizio di discarica abusiva, falsità in atti, gestione illecita e miscelazione non autorizzata di rifiuti. Inoltre, alle società coinvolte è stato contestato l’illecito amministrativo dipendente da reato previsto dal D. Lgs. 231/2001 per le persone giuridiche, in quanto gli stessi reati sarebbero stati commessi nell’interesse dell’ente con l’intento di omettere l’adozione delle procedure, cautele e precauzioni prescritte a tutela dell’ambiente al fine dell’aumento della produttività aziendale, ovvero recando vantaggio all’ente stesso, in ragione del risparmio economico e del maggior profitto procurato con tali condotte illecite.

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