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“Brainrot”: un “gioco social” ma anche una condizione clinica

Gli effetti del “Brainrot” sulla vita quotidiana

Pubblicato da: Ylenia Bisceglie | Sab, 29 Giugno 2024 - 11:52
rubrica bl24 (20)

“Brainrot”.  È il termine, nato nel 2007 ma sempre più utilizzato negli Usa dagli utenti per descrivere se stessi o altri su TikTok e Instagram. Letteralmente il neologismo vuol dire “cervello marcito” ed è iniziato come un “gioco social” ma al momento è una condizione che si sta studiando anche a livello clinico.

Il termine, infatti, in modo colloquiale, descrive il deterioramento delle capacità cognitive e della salute mentale a causa dell’eccessiva esposizione a contenuti digitali e alla dipendenza dai dispositivi elettronici. Sebbene effettivamente ad oggi non sia un termine scientifico, cattura efficacemente la sensazione di “intorpidimento mentale” che molti sperimentano dopo ore di navigazione su Internet, uso di social media o consumo di contenuti digitali in modo prolungato e non regolamentato.

Questa condizione prevede, a causa dello scorrimento passivo di bacheche social, un immagazzinamento di informazioni assolutamente superflue e spesso inutili. «Ho guardato troppi TikTok, ho il Brainrot», è una frase che nel gergo anglosassone social sta prendendo sempre più piede e probabilmente assumendo sempre più senso. Nel caso in cui si parli quindi di sé stessi, vuol dire di non star molto bene, nel caso sia riferito ad altri non è un vero e proprio complimento.

Se dunque il “Brainrot” è dato da una dipendenza da social media, un sovraccarico informativo, ma anche una mancanza di attività fisica e sonno, non è difficile immaginare le conseguenze del fenomeno.

Può avere una serie di effetti negativi sulla vita quotidiana e sul benessere generale:

  • Declino cognitivo
  • Problemi di memoria
  • Disturbi dell’umore
  • Isolamento sociale.

Ed è proprio a causa di queste deleterie conseguenze che, quello che sembra essere un nuovo trend social nasconde in realtà una condizione clinica.

Il Newport Institute lo definisce “uno stato di annebbiamento mentale e declino cognitivo causato da un eccessivo impegno sullo schermo. Non è una condizione riconosciuta a livello medico, ma è un fenomeno reale”.

Tuttavia, se dal punto di vista clinico questa condizione inizia a essere analizzata come potenziale disturbo psicologico, per gli utenti, non è visto sempre come qualcosa di negativo. La verità è però che, in un mondo sempre più digitale, è essenziale trovare un equilibrio tra l’uso della tecnologia e il mantenimento del nostro benessere generale, e un buon inizio per trovare questo delicato equilibrio potrebbe essere ridurre l’uso eccessivo della tecnologia e dedicare tempo ad attività offline.

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