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Rincari per il 2025: in arrivo stangata da circa 900 euro a famiglia

L'analisi di Federconsumatori

Pubblicato da: redazione | Mar, 7 Gennaio 2025 - 12:45

Dopo un 2024 in cui i rincari hanno solo in parte rallentato la propria corsa, il 2025 rischia di essere caratterizzato da nuovi rialzi, soprattutto dei costi energetici.

Nei giorni scorsi l’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha pubblicato le stime dei rincari 2025 ma si era esultato troppo presto per il mancato aumento dei pedaggi autostradali, che alla fine invece è arrivato.

Alla luce di tale aggiornamento, la stangata 2025 ammonterà a +914,04 euro annui a famiglia. Oltre ai rincari nel settore dell’energia, non mancano anche quelli in campo alimentare, delle assicurazioni, della scuola, e della ristorazione.

La stangata in arrivo con il nuovo anno si abbatterà su una situazione già compromessa dai continui rincari registrati negli ultimi anni, che hanno determinato modifiche nelle abitudini di consumo e rinunce. Per questo ci saremmo aspettati una manovra più incisiva, soprattutto dal punto di vista del sostegno alle famiglie. Non vediamo, invece, un impegno mirato e incisivo da parte del Governo sulla lotta alle crescenti disuguaglianze.

Sarebbe necessario, in tal senso, per Federconsumatori, avviare alcune misure urgenti quali:

la rimodulazione dell’Iva sui generi di largo consumo (che consentirebbe un risparmio di oltre 531 euro annui a famiglia);
la promessa e mai realizzata riforma e degli oneri di sistema su beni energetici (eliminando voci obsolete e spostandone altre sulla fiscalità generale);
la creazione di un Fondo di contrasto alla povertà energetica e una determinata azione di contrasto alla povertà alimentare;
la disposizione di maggiori aiuti per affrontare le spese relative alla scuola e all’università e garantire il diritto allo studio;
lo stanziamento di maggiori risorse per la sanità pubblica;
l’avvio di misure per riequilibrare le disuguaglianze esistenti, prima di tutto attraverso un rinnovo dei contratti, una giusta rivalutazione delle pensioni e una riforma fiscale equa, davvero tesa a sostenere i redditi medio-bassi.
Misure che potrebbero, anzi dovrebbero, essere finanziate attraverso l’intervento (largamente annunciato ma non pervenuto) sulla tassazione degli extraprofitti e sul contrasto all’evasione fiscale.

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