Si tratta di una vera e propria débacle. Corso Cavour continua a perdere colpi, anzi negozi. Chiudono attività commerciali, ad un ritmo frenetico. Qualche giorno fa è stata la volta del negozio di calzature, Ulisse. Seguito da Primadonna che ha abbassato le saracinesche, ma solo per trasferirsi altrove. In questi giorni è toccato al negozio Clairy, al civico 207, che trattava pelletteria, pellicceria, valigeria borse e articoli da regalo. Sulle vetrine appiano grandi scritte gialle: “Fuori tutto. Per cessazione attività”. Gli sconti arrivano al 70%.
Stessa sorte per un negozio di abbigliamento. Si contano troppi negozi chiusi. Tanti. Pronti per essere affittati, in soli due isolati di una delle strade storiche dello shopping barese che non riesce a rivivere i suoi antichi splendori. Si tratta tra l’altro di locali commerciali ormai sfitti da mesi, anche più di un anno. E adesso la trascuratezza non riguarda solo l’ultimo tratto che si avvicina al ponte XX Settembre. La fotografia delle vetrine abbassate è la rappresentazione dello stato di difficoltà in cui vive il commercio barese. Quello storico per intenderci. Due nuove serrande abbassate nel cuore di Bari che confermano un trend che preoccupa residenti, commercianti e osservatori: corso Cavour continua a perdere pezzi del suo tessuto commerciale. E non riesce ad alzare la testa.