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Puglia: crollano prezzi meloni gialli e angurie. Non vale la pena raccoglierli

Andranno trinciati

Pubblicato da: redazione | Gio, 24 Luglio 2025 - 16:11
Foto Pixabay

Crollo delle quotazioni delle angurie che non hanno mercato e dei meloni gialli, con prezzi pari ad una manciata di centesimi che aggravano la crisi avvertita nei campi in provincia di Brindisi a causa della siccità e dell’aumento dei costi di produzione. La denuncia arriva dalla Coldiretti Puglia, che traccia un bilancio drammatico della campagna delle angurie che rischiano di andare distrutte in campo perché i prezzi sono già crollati a 0,9/10 centesimi al chilogrammo.

Ma stessa sorte sta toccando al pregiato melone giallo brindisino – aggiunge Coldiretti Puglia – che sta avvertendo un calo drastico dei prezzi in campagna, scesi fino a 30 centesimi al chilogrammo. Uno scenario drammatico dove – sottolinea Coldiretti – al danno della siccità si aggiunge la beffa di compensi al di sotto dei costi di produzione, a causa di un calo dei consumi e di distorsioni e speculazioni nella distribuzione del valore dal campo alla tavola per la gran parte di frutta e verdura.

Agli agricoltori non conviene neppure raccogliere, tanto che stanno trinciando e interrando il prodotto – insiste Coldiretti Puglia – per cui occorre aumentare i controlli sull’ortofrutta fresca di importazione, spesso etichettata e spacciata per pugliese ed estendere al più presto l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza della frutta trasformata in conserve e succhi, per evitare che venga spacciata come Made in Italy quella importata dall’estero.

Nei vari passaggi dal campo alla tavola si annidano speculazioni che vanno stanate anche dai Vigili dell’Annona, per cui serve una vigilanza serrata sull’origine dei prodotti ortofrutticoli sui banchi che arrivano dai Paesi Nord Africani, come Egitto, Tunisia e Marocco. Una situazione intollerabile dinanzi alla quale occorre affermare – rileva Coldiretti Puglia – il principio di reciprocità delle regole, vietando l’ingresso in Europa ai prodotti coltivati con sostanze vietate ma anche ottenuti dallo sfruttamento dei lavoratori. E serve anche garantire una etichettatura trasparente su tutti gli alimenti in commercio.

Ma è altrettanto importante garantire anche la piena trasparenza su quanto si mette nel piatto, attraverso l’obbligo di indicare l’origine in etichetta su tutti gli alimenti in commercio. Coldiretti ha lanciato in Europa una proposta di legge di iniziativa popolare con l’obiettivo di raggiungere un milione di firme per dire basta ai cibi importati e camuffati come italiani e difendere la salute dei cittadini e il reddito degli agricoltori.

La misura renderebbe obbligatoria l’origine degli ingredienti su tutti i prodotti alimentari venduti nell’Unione Europea. Solo così sarà possibile porre fine all’inganno dei prodotti stranieri spacciati per tricolori permesso dall’attuale norma del codice doganale sull’origine dei cibi che consente l’italianizzazione grazie ad ultime trasformazioni anche minime, come avviene nel caso anche dei semilavorati cinesi. E’ possibile sottoscrivere la proposta di legge in tutti i mercati contadini di Campagna Amica e in tutte le sedi territoriali ma anche sul web. Basta collegarsi al sito https://eci.ec.europa.eu/049/public/#/screen/home.

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