Militari della Guardia costiera stanno eseguendo misure cautelari a carico di un gruppo che avrebbe pescato in modo abusivo datteri di mare devastando il fondale marino a largo delle coste di Molfetta, nel Nord Barese. L’accusa a carico dei 57 indagati è procurato disastro ambientale. Indaga la Procura di Trani.
Aggiornamento
Su richiesta della procura della Repubblica di Trani, il tribunale ha emesso un’ordinanza cautelare nei confronti di 57 persone – 54 fisiche e 3 enti – per un totale di 84 capi d’imputazione. Le accuse, a vario titolo, comprendono associazione per delinquere, disastro e inquinamento ambientale, danneggiamento e deturpamento di beni paesaggistici, violazioni in materia di pesca, ricettazione, resistenza e minaccia a pubblico ufficiale, oltre a ipotesi di responsabilità amministrativa degli enti. L’indagine, avviata nel 2023 a seguito di un sequestro, ha consentito di ricostruire l’intera filiera del commercio illecito: dalla raccolta distruttiva dei molluschi alla distribuzione a pescherie, ristoranti e privati. Le attività investigative – pedinamenti, intercettazioni, riprese subacquee – hanno documentato l’esistenza di vere e proprie organizzazioni attive tra Molfetta e Barletta, con ruoli distinti tra pescatori, intermediari e ristoratori. Eseguite 25 custodie cautelari in carcere, 10 arresti domiciliari con braccialetto elettronico, 3 obblighi di dimora, 11 divieti di dimora o di esercizio dell’attivita’ d’impresa e 10 sequestri preventivi di beni e locali. Secondo la Guardia Costiera, l’attivita’ ha provocato danni ambientali “enormi e in larga parte irreversibili” ai fondali rocciosi, habitat naturale del dattero di mare, la cui pesca è vietata da anni. Ne dà notizia l’Agi.