Se c’è un alimento che gli italiani non possono proprio trascurare, quello è la pasta. Dalle cucine di casa alle tavole dei ristoranti, il suo ruolo nella cultura gastronomica nazionale è indiscusso, e i numeri dei supermercati lo confermano, con alcune sorprese locali.
Secondo un’analisi di Coop Alleanza, in vista del Pasta Day del 25 ottobre, le penne lisce e rigate sono il tipo di pasta più acquistato in Italia, superando gli spaghetti. Ma Bari, come spesso accade, fa storia a sé: nel capoluogo pugliese, nel 2024, la pasta preferita dai consumatori sono stati proprio gli spaghetti, con oltre 348mila confezioni vendute (la misura più amata è la n.8). Subito dopo le penne, con 262mila confezioni, e poi le tipiche orecchiette, simbolo della tradizione pugliese, che hanno raccolto oltre 92mila preferenze.
Secondo Alberto Grandi, professore associato di Storia del cibo all’Università di Parma, le orecchiette non sono solo un piatto “povero” della tradizione locale, ma rappresentano un vero e proprio esempio di design funzionale, capace di valorizzare al meglio sughi e condimenti tipici.
Curioso anche il confronto con altre città: Bologna, pur non essendo patria delle orecchiette, ne ha vendute 93mila confezioni, leggermente più che a Bari. I tortellini, invece, hanno conquistato quasi 73mila confezioni a Bari, superando Modena (68mila), così come le lasagne (40mila contro le 34mila di Modena).
Insomma, tra tradizione locale e gusti nazionali, la pasta continua a rappresentare non solo un piatto quotidiano, ma anche un vero e proprio indicatore delle preferenze gastronomiche degli italiani, tra classici intramontabili e sorprese regionali.