Un intreccio tra parole e fili, tra poesia e pittura ad ago: sabato 25 ottobre alle ore 11, al Museo Civico di Bari, la Galleria Misia Arte rende omaggio a Maria D’Apolito Conese, poetessa e artista barese, a un anno dalla sua scomparsa. L’iniziativa, dal titolo “Il filo della narrazione”, ripercorre le due anime creative di Maria D’Apolito Conese — la scrittura poetica e l’arte tessile — entrambe coltivate con grazia, profondità e passione.
L’evento sarà moderato dalla giornalista Enrica Simonetti e vedrà gli interventi dell’antropologa e storica dell’arte Emanuela Angiuli, della docente di Storia dell’arte moderna dell’Università di Bari Mimma Pasculli Ferrara, e degli attori Vito Signorile e Carmela Vincenti, che interpreteranno alcune poesie dell’autrice. All’appuntamento parteciperanno anche il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e l’assessora comunale alla Cultura Paola Romano. Durante la mattinata saranno esposte alcune delle più suggestive tovaglie ricamate da D’Apolito Conese, tra cui il celebre “Albero della vita”, capolavoro di equilibrio tra simbolismo e maestria tecnica.
“Scrittura e tessitura si intrecciano da sempre in un dialogo simbolico — spiega Anna Gambatesa, curatrice della mostra e direttrice della Galleria Misia Arte —. Nella vita e nell’opera di Maria, le parole e i fili diventano strumenti di una stessa arte poetica, capace di dare voce ai sentimenti più profondi.” Nata a Gioia del Colle nel 1932, Maria D’Apolito Conese si trasferì a Bari negli anni ’50, trovando nella lingua dialettale barese la voce della sua poesia. Autrice della trilogia “Jè chesse la vite?” (Laterza, 1984), “Cusse guste desperate pe la vite” (Schena, 1991) e “La vita me pìgghie pe mane” (Progedit, 2005), ha anche pubblicato “Mazze e panelle, cande e storielle” e “Lèttere a Sanda Necole”, opere in cui intreccia ironia popolare e spiritualità.
Negli anni Ottanta collaborò con la Rai regionale alla trasmissione “Vivere poesia” e ricevette il Premio Caravella d’Argento (1987) e il Premio Antigone (1997). Accanto ai versi, coltivò con talento l’arte del ricamo, raccontando con ago e filo storie, stagioni e tradizioni popolari. L’evento di sabato al Museo Civico sarà dunque un viaggio nel suo universo poetico e artistico: un modo per tenere vivo “il filo” che Maria D’Apolito Conese ha tessuto tra parole, colori e memoria.