Dopo la boccata d’ossigeno ottenuta con la vittoria, tutto sommato immeritata, contro il Mantova, il Bari torna a giocare al ‘San Nicola’ per affrontare il Cesena dell’ex tecnico biancorosso Michele Mignani. Per trattare i vari temi di questa gara e per fare un piacevole tuffo nel passato biancorosso, abbiamo interpellato un doppio ex di Bari e Cesena, vale a dire Adriano Piraccini che si è concesso a un’intervista in esclusiva ai microfoni di Borderline24.com.
La squadra ha sofferto sia contro il Padova che col Mantova, avversari non certo tra i più temibili del torneo. C’è da preoccuparsi per il prosieguo del campionato?
“Molto dipende dalle prestazioni: se si è vinto, è già una cosa positiva, perché bisogna sempre cercare anche il lato positivo delle cose. Per una piazza come Bari, per la società e per i giocatori, questa squadra dovrebbe esprimersi meglio sul piano del gioco. Vincere in questa maniera fa un po’ riflettere”.
Sulla carta, però, la rosa del Bari non sembra quella di una squadra destinata agli ultimi posti in classifica. Come spiega queste difficoltà?
“Bari non è una piazza facile. Il tifo è particolare e ci vuole tempo perché i giocatori si ambientino. Se la squadra è composta da elementi importanti, è giusto dargli tempo, perché è una squadra quasi tutta riformata rispetto all’anno scorso”.
Secondo lei la società sta facendo bene a dare fiducia al tecnico Caserta, nonostante l’assenza di gioco e carattere?
“Bisogna intervenire solo in casi particolari, quando non c’è più feeling tra giocatori e allenatore, oppure se si rompe qualcosa nello spogliatoio. Se il problema è solo una questione di gioco, io sono per dare tempo al tecnico. Non bisogna avere fretta di prendere decisioni drastiche”.
Nel prossimo turno il Bari affronterà il Cesena dell’ex Mignani, squadra che lei conosce molto bene. Che tipo di avversario sono i bianconeri?
“In questo momento è un avversario ostico. Fuori casa, il Cesena si esprime meglio e ha caratteristiche che gli permettono di ottenere risultati anche lontano dal proprio pubblico. Il Bari non poteva incontrare avversario peggiore”.
Lei è senza dubbio una bandiera del Cesena, con quasi 400 presenze, oltre a rappresentare la squadra della sua città natale. Una seconda pelle insomma…
“Dodici anni passati dai pulcini fino alla prima squadra. Anche se oggi sono fuori dal giro del Cesena, la maggior parte dei miei anni li ho vissuti con quella maglia. È normale che sia così”.
Oltre alla maglia biancorossa romagnola, ha vestito anche quella dell’Inter e del Bari. Come valuta la sua esperienza in Puglia?
“Bari mi ha dato l’opportunità di vincere un campionato di Serie B, di esprimermi al meglio e di giocare anche in Serie A. L’esperienza è stata fantastica, soprattutto il successo del campionato cadettto. Chiaramente c’è stato anche il dispiacere della retrocessione, ma per il resto è stata un’esperienza molto positiva”.
Tra i suoi ricordi c’è anche quel Bari-Cesena “acceso” di tanti anni fa: tra i protagonisti della famosa rissa, oltre lei, anche Igor Protti, che sta vivendo un momento molto delicato. Cosa si sente di dirgli oggi?
“Sono vicino ad Igor con la speranza che possa rimettersi in piedi. Ci sono molte persone che superano queste situazioni e io spero con tutto il cuore che lui riesca a farcela. Non voglio pensare a quello che è successo in passato tra noi, ma solo al suo recupero”.
Passando a lei, di cosa si occupa attualmente? È ancora nel mondo del calcio o ha intrapreso altre attività?
“Da circa quindici anni sono uscito dal calcio professionistico. Lavoro con l’Accademia Cesena, una succursale del Cesena, seguendo i ragazzi dai 12-13 anni. È un lavoro che mi piace, più sociale che tecnico-tattico e mi fa stare bene perché posso seguire i ragazzi e aiutarli a crescere”.