Il tribunale di Bari, seconda sezione penale presieduta da Marco Guida, ha condannato Paolo Bruni e Tommaso Parisi, ritenuti vicini al clan Parisi, per estorsione aggravata dal metodo mafioso ai danni del titolare di un’azienda di commercio all’ingrosso di pesce con sede tra Torre a Mare e San Giorgio, nella zona sud del capoluogo. Bruni è stato condannato a 9 anni e 8 mesi di reclusione, mentre Parisi, cugino del capo clan Savino Parisi, dovrà scontare 12 anni e 8 mesi. Entrambi dovranno inoltre risarcire i danni alle parti civili, rappresentate dallo stesso imprenditore – che si era costituito personalmente – e dalla sua società, assistiti dall’avvocato Vito Castiglione Minischetti dello studio FPS.
L’estorsione, secondo quanto ricostruito in aula, si sarebbe protratta tra il 2014 e il 2019, con richieste di denaro e pressioni mafiose nei confronti del commerciante. Le condanne si sommano a quelle già inflitte ai due imputati in un altro procedimento, denominato “Do ut des”, con cui il tribunale aveva riconosciuto la continuità dei reati. Il pubblico ministero Marco D’Agostino aveva chiesto per entrambi una pena di 8 anni di reclusione, ma il collegio giudicante ha deciso pene più severe, riconoscendo la gravità del contesto mafioso. Alla lettura della sentenza era presente anche Antonio Decaro, parlamentare del Partito Democratico e candidato alla presidenza della Regione Puglia, che – all’epoca sindaco di Bari – aveva convinto personalmente l’imprenditore a denunciare i suoi estorsori, accompagnandolo dai carabinieri per formalizzare la denuncia.
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