Restituire alle donne ciò che la malattia ha portato via. È con questo spirito che Chiara Barberio, dermopigmentista professionista, nel mese di ottobre, ha deciso di donare il trattamento di ricostruzione dell’areola 3D alle donne che hanno affrontato un tumore al seno. Un’iniziativa solidale che non si ferma al mese dedicato alla prevenzione, nata dalla sua esperienza personale e professionale, ma anche da una visione del lavoro come strumento di cura e dignità. Specializzata in trucco permanente, camouflage delle cicatrici e dermopigmentazione medicale, Chiara lavora tra Santeramo e l’Istituto Oncologico di Bari, dove collabora per la ricostruzione estetica post-operatoria delle pazienti oncologiche. La sua non è una semplice attività estetica, ma una forma di assistenza complementare che integra la medicina tradizionale con la sensibilità artistica e umana, un’iniziativa nata dal desiderio di restituire bellezza, identità e fiducia a chi ha vissuto il dolore della malattia.
Il suo percorso personale l’ha segnata profondamente. “Nel 2016 sono stata operata al seno per un tumore benigno. Mi hanno asportato un nodulo di sei centimetri. Ero lì per lì per qualcosa di più grave, ma sono stata graziata. Ho provato la paura che molte donne conoscono e ho capito quanto conti sentirsi ancora intere.” Da allora, racconta, ha deciso di dedicare la sua vita a restituire benessere: prima come operatrice olistica, poi come dermopigmentista specializzata nel trattare le cicatrici di ogni tipo di intervento. Il sogno di ricostruire l’areola mammaria è nato presto, ma in Italia non esistevano corsi specifici. “Ho cercato all’estero e ho trovato la mia strada in Brasile, dove ho studiato e mi sono formata con una maestra di fama internazionale. A settembre ho partecipato a una competizione mondiale e mi sono classificata settima su settantacinque partecipanti. Ma la vera vittoria è lo sguardo di chi, dopo il trattamento, riesce a sorridere di nuovo.”
La sua tecnica si distingue perché non prevede anestetico, ma è completamente indolore. “Molte donne mi raccontano di ricostruzioni passate dolorose, a volte traumatiche. Io lavoro in modo diverso: voglio che qui sentano solo sollievo e gioia, non più dolore.” Durante il mese di ottobre, tradizionalmente dedicato alla prevenzione del tumore al seno, Chiara ha voluto offrire gratuitamente il trattamento di ricostruzione dell’areola. Ma il suo impegno non si esaurirà con la campagna di sensibilizzazione. “Non voglio che sia un gesto simbolico di un mese. Voglio che ogni donna, in ogni momento, possa ritrovare la propria femminilità. La pelle può guarire, ma anche l’anima ha bisogno di essere ricucita.” Il suo lavoro è personalizzato in ogni dettaglio. “Ogni persona è diversa. Ogni areola è unica, come la donna che la porta. Non esiste un modello, ma una storia che prende forma”, ha specificato. Ora Chiara si prepara a tornare in Brasile per frequentare un corso avanzato sulla creazione di protesi realistiche destinate alle donne che stanno ancora affrontando la malattia e non possono sottoporsi alla dermopigmentazione. “Vorrei realizzare protesi che somiglino davvero quelle reali, perché anche durante la malattia le donne possano riconoscersi e sentirsi se stesse”, conclude.