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Il “cerotto” sul mare di Bari conquista Milano, premiata la campagna per SOS Mediterranée

Agli ADCI Awards 2025

Pubblicato da: redazione | Sab, 15 Novembre 2025 - 08:12
14-11-25 La Ferita del Mediterraneo_la campagna di sensibilizzazione premiata agli ADCI Awards di Milano

Più di nove milioni di visualizzazioni sui social e oltre 80mila donazioni a sostegno delle attività di SOS Mediterranée. È il bilancio de “La Ferita del Mediterraneo”, la campagna di comunicazione e sensibilizzazione ideata da Viceversa Studio per l’organizzazione umanitaria, realizzata il 12 e 13 luglio scorsi a Bari insieme allo studio barese Odd Episodes e con il supporto del Comune.

Il progetto ha preso forma nello specchio d’acqua davanti al lungomare Imperatore Augusto: un enorme cerotto galleggiante, oltre 90 metri quadrati per 360 blocchi modulari, visibile sia dalla costa sia dall’alto. Un segno netto, quasi uno squarcio simbolico, pensato per riportare l’attenzione sulla tragedia che continua a consumarsi nel Mediterraneo. Un mare-ferita, attraversato ogni giorno da migliaia di persone in fuga e segnato da numeri che restano drammatici: 1692 morti nel solo 2024, quasi 800 le persone scomparse quest’anno, più di 32mila dal 2014.

L’installazione ha conquistato anche il premio nella categoria Comunicazione pubblica agli ADCI Awards 2025, uno dei più importanti riconoscimenti italiani nel settore della creatività, assegnato durante la cerimonia che si è tenuta a Milano nei giorni scorsi. Accanto alla denuncia, la campagna ha voluto mettere in luce un altro aspetto: le cure mediche di primo soccorso che gli equipaggi di SOS Mediterranée garantiscono alle persone salvate in mare. Chi arriva a bordo lo fa spesso in condizioni estreme: disidratazione, denutrizione, ustioni da carburante, traumi fisici e psicologici. Solo nel 2024, i medici della Ocean Viking hanno effettuato 1.357 visite mediche.

“Quest’opera — spiega Valeria Taurino, direttrice generale di SOS Mediterranée Italia — è il nostro modo per riportare i riflettori sulla tragedia del Mediterraneo, ormai scivolata fuori dalla coscienza collettiva e dall’attenzione mediatica. Ma continua a essere una ferita aperta. Speriamo serva a riaccendere il dibattito pubblico. Abbiamo scelto Bari perché è una città di mare, simbolo di accoglienza, parte integrante della sua identità culturale, sensibile e realmente aperta verso chi cerca sicurezza, cura e un luogo dove guarire le proprie ferite”.

“L’immaginazione ci permette di osare e di superare barriere che spesso ci impediscono di capire davvero cosa accade intorno a noi — racconta Luciano Marchetti, dello studio VCVS di Milano —. Un cerotto gigante in mare è un’immagine che ci costringe a guardare in faccia un problema, a non essere indifferenti di fronte alla morte o al dolore di chi cerca pace, una casa, la terra ferma. Un simbolo universale che parla di cura, ma soprattutto di consapevolezza. Per questo era necessario intervenire lì, nel nostro mare, cambiandone lo scenario e mostrando ciò che non riusciamo più a vedere”.

“Progetti come La Ferita del Mediterraneo ricordano che la comunicazione non è solo estetica o tecnica, ma un fatto profondamente umano — conclude Giuseppe Santoro dello studio Odd Episodes — nasce dall’incontro, dal dialogo, dalla fiducia reciproca tra persone che condividono lo stesso sguardo. Con questa installazione abbiamo cercato un’immagine che fosse denuncia, ma anche gesto di cura. Bari, affacciata su un mare che unisce e separa, è diventata il luogo simbolico di un dolore collettivo che riguarda tutti. Comunicare è un atto di responsabilità: le idee migliori nascono dalle relazioni, dall’ascolto, dal confronto con le urgenze del mondo. Il design, quando è consapevole e condiviso, può davvero farsi responsabilità e cura”.

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