Su proposta dell’assessore al Bilancio e alla Fiscalità Locale Diego De Marzo, la giunta ha approvato oggi le tariffe 2026 relative al Canone unico patrimoniale di concessione, occupazione o esposizione pubblicitaria (art. 1 commi da 816 a 836 della Legge 160/2019), atto propedeutico all’approvazione del Bilancio 2026/2028 in corso di predisposizione, come previsto dalla legge (art. 1, comma 169, Legge 27 dicembre 2006, n. 296).
Con riferimento alle tipologie di occupazione connesse ai pubblici esercizi ( sedie e tavolini), la giunta ha deliberato di congelare e, quindi, non applicare, per il 2026, la seconda parte dell’adeguamento biennale previsto – da 0,18 a 0,24 -, tenuto conto dei numerosi cantieri in corso finanziati con fondi PNRR e dell’inevitabile impatto che grandi interventi di riqualificazione urbana determinano, temporaneamente, su diverse attività commerciali.
Il primo adeguamento tariffario del 50% – da 0,12 a 0,18 -, applicato nel 2025, aveva consentito di allineare le tariffe in vigore a Bari ai valori minimi applicati mediamente da altre città italiane di dimensioni e caratteristiche analoghe.
Dunque, per l’annualità 2026, si procederà alla sola rivalutazione del canone prevista dalla legge in base all’indice Istat dei prezzi al consumo rilevati al 31 dicembre dell’anno precedente. Non essendo disponibile detto indice di rivalutazione, l’adeguamento rispetto alla tariffa 2025, avverrà in automatico, per effetto della espressa previsione normativa, nella misura dell’indice di rivalutazione che risulterà al 31.12.2025.
Si ricorda che le aliquote previste dal Canone unico patrimoniale sono differenti in base alle categorie di zone in cui la città è stata suddivisa come da Regolamento per l’istituzione e la disciplina del Canone unico patrimoniale; pertanto le tariffe dovute vengono parametrate in base all’area in cui ricade la singola attività e alla relativa occupazione.
“Abbiamo condiviso con il sindaco e la giunta la scelta di sospendere l’ulteriore adeguamento tariffario del canone previsto per il 2026 – spiega Diego De Marzo – perché riteniamo prioritario tutelare le attività economiche in una fase in cui la città è interessata da numerosi cantieri finanziati con il PNRR. Nel 2025 abbiamo raggiunto il primo necessario, equo ed importante obiettivo di riportare le tariffe almeno ai valori minimali applicati mediamente da altre città italiane di caratteristiche e dimensioni similari, ma è doveroso evitare ulteriori aggravi in un momento in cui molte attività stanno già affrontando disagi temporanei.
Continueremo a garantire i servizi ai cittadini e alle imprese monitorando con attenzione l’evoluzione degli importanti lavori in corso, nella massima trasparenza, affinché ogni successiva scelta sia sostenibile e condivisa”.
“Abbiamo voluto essere al fianco delle attività commerciali a fronte del grande processo di trasformazione e riqualificazione che la città sta vivendo, bloccando l’adeguamento delle tariffe per l’occupazione di suolo pubblico previsto nel 2026 – aggiunge l’assessore allo Sviluppo locale Pietro Petruzzelli -. È una politica pubblica che intende andare incontro alle esigenze dei tanti imprenditori e imprenditrici della città che fanno bene il proprio lavoro e che negli ultimi anni hanno contribuito a determinare la crescente attrattività della città di Bari”.
Si ricorda che con apposita delibera, la n. 125, nel 2021 la giunta comunale aveva individuato le microzone di cui all’art. 9, comma II, del Regolamento per l’istituzione e la disciplina del Canone unico patrimoniale e assegnato i relativi coefficienti (ai sensi degli artt. 27 comma 3 e 28 comma 3, del citato Regolamento) nonché i coefficienti tipologici (ex artt. 27 comma 4 e 28 comma 4) al fine di consentire la declinazione dello sviluppo della tariffa standard predeterminata dal legislatore.
All’esito del primo anno di applicazione del Canone unico patrimoniale si sono registrate variazioni di prelievo rispetto alla disciplina tributaria e tariffaria previgente, in parte addebitabili al cambio di disciplina e di metodo tariffario, in parte riconducibili alla nuova zonizzazione del territorio e alla conseguente rivalutazione economica di alcune aree.
Con successiva deliberazione, la n. 352 del 2021, la giunta ha quindi provveduto a riconoscere, per l’annualità 2021, alcune agevolazioni alle attività economico-produttive soggette a un incremento del prelievo rispetto al passato, considerata la necessità di mitigare le gravi conseguenze economiche determinate dalla pandemia.
A partire dal 2022 l’amministrazione comunale ha poi valutato, nel rispetto della disciplina regolamentare adottata e della relativa differenziazione e rivalutazione del territorio, di proporre un intervento mirato alla rimodulazione dei coefficienti di microzona per ridurre parzialmente il divario del prelievo tra le varie aree interessate.
Perciò, con delibera di giunta 194/2022 sono stati assegnati nuovi coefficienti di microzona, nel rispetto dei criteri dettati dal Regolamento per l’attribuzione del valore delle aree, proponendone la conferma anche per l’annualità 2023.
Per l’anno 2025, considerata terminata l’emergenza Covid-19 e constatata l’oggettiva crescita della città in termini di flussi turistici, al fine di garantire un prelievo in media con le altre città italiane, l’amministrazione si è orientata a intervenire gradualmente, nel corso di un biennio, sulle occupazioni di suolo pubblico per le quali i titolari della concessione traggono una redditività, in quanto l’occupazione è direttamente connessa all’esercizio dell’attività di impresa.
In tale ottica, quindi, è stato rimodulato il prelievo relativo alle occupazioni di suolo pubblico riferite ai pubblici esercizi (sedie e tavolini), applicando ai coefficienti di dette tipologie di occupazione una variazione in aumento del 50% da 0,12 a 0,18 (D.G.C. n. 758/2024) sempre in base alle diverse microzone; con la stessa delibera si programmava di applicare una ulteriore analoga variazione (da 0,18 a 0,24) anche nell’anno 2026, ma per le motivazioni precedentemente indicate la giunta si è riservata di rivalutare l’applicazione del secondo adeguamento biennale nel 2027 e/o comunque al termine dell’importante cantierizzazione prevista nella città.