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Autismo, in dieci anni casi raddoppiati tra i 15 e i 39 anni: “Servono più diagnosi”

Il tema è stato al centro del 50° congresso nazionale della Società Italiana di Psichiatria (SIP), in corso a Bari

Pubblicato da: redazione | Sab, 8 Novembre 2025 - 08:05
Foto Freepik

Per troppo tempo l’autismo è stato considerato una condizione dell’infanzia, ma oggi i numeri raccontano un’altra verità: gli adulti nello spettro sono sempre di più, spesso invisibili e senza un adeguato sostegno. Un’analisi del Global Burden of Disease (GBD), pubblicata su Frontiers in Public Health, ha messo in luce una “crisi silenziosa” che riguarda proprio questa fascia d’età. Tra il 1990 e il 2021, il numero globale di persone con Disturbo dello Spettro Autistico (DSA) tra i 15 e i 39 anni è passato da 17,5 a oltre 24 milioni: un aumento del 38%, dovuto in parte alla crescita demografica e a diagnosi più accurate, ma che rivela anche una grave carenza di servizi dedicati.

Il tema è stato al centro del 50° congresso nazionale della Società Italiana di Psichiatria (SIP), in corso a Bari. “L’autismo non riguarda solo l’infanzia, ma accompagna la persona per tutta la vita”, sottolinea Liliana Dell’Osso, presidente SIP e ordinaria di Psichiatria all’Università di Pisa. “Molti bambini autistici diventano adulti che restano invisibili, perché le loro difficoltà si manifestano solo in contesti stressanti o nei momenti di transizione. Soprattutto le donne imparano a mascherare i propri tratti attraverso strategie di camouflaging, che rendono la diagnosi ancora più difficile”. Una complessità che, spiega Emi Bondi, presidente uscente SIP e direttrice del Dipartimento di Salute Mentale dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, “ostacola la presa in carico e l’accesso a percorsi di cura adeguati per gli adulti nello spettro autistico”.

I dati dello studio segnalano inoltre un “secondo picco” di difficoltà nella fascia 30-39 anni, dove la disabilità legata all’autismo è cresciuta del 56%. “Si tratta di una fase critica – osserva Antonio Vita, vicepresidente SIP e ordinario di Psichiatria all’Università di Brescia – perché coincide con l’uscita dai percorsi scolastici e la sfida dell’inserimento nel mondo del lavoro, della conquista dell’autonomia e delle relazioni adulte”. In Italia, si stima che circa l’1% della popolazione rientri nello spettro autistico — circa 500.000 persone — ma mancano dati precisi sulla distribuzione per età. “Ad oggi – aggiunge Vita – sono attivi 1.214 centri per la diagnosi e la presa in carico, ma solo 648 offrono servizi anche per l’età adulta. È un numero insufficiente rispetto all’enorme bisogno di supporto per la vita indipendente, l’inserimento lavorativo e la salute mentale di questi giovani”.

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