I tumori rappresentano la seconda causa di morte in Italia dopo le malattie cardiovascolari. Nonostante i progressi nella terapia, ancora oggi molti tumori vengono individuati in stadio avanzato e rappresentano ostacoli insormontabili per una efficace terapia. Pertanto, la diagnosi precoce di quella neoplasia può rappresentare l’unica opzione terapeutica.rnrnIl Prof. Roberto Ria, del gruppo di ricerca del Prof. Angelo Vacca, Prorettore dell’ Università di Bari e direttore della Clinica Medica “Baccelli” e il sottoscritto, direttore della Chirurgia Endocrina, Digestiva e d’Urgenza del Policlinico di Bari e della Scuola di Specializzazione di Chirurgia dell’Apparato Digerente, facenti parte del Dipartimento di Scienze Biomediche e Oncologia Umana dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, hanno guidato una ricerca in collaborazione con l’IRCCS C.R.O.B. di Rionero in Vulture, dimostrando come le cellule normali della tiroide possano rappresentare una “spia” della presenza di un tumore nella ghiandola.rnrn
rnrnIl gruppo di ricerca, che da anni studia con notevoli successi le cellule normali del microambiente che circonda i tumori, ha studiato il genoma delle cellule normali tiroidee, dimostrando che quando nella ghiandola è presente un tumore, queste cellule sono alterate ed esprimono geni che normalmente non sono espressi.rnrnrnrnI risultati provenienti da uno studio eseguito su circa 200 pazienti sottoposti a tiroidectomia dimostrano che le cellule normali della ghiandola interessata da un tumore sono funzionalmente differenti da quelle di una ghiandola normale o sede di infiammazione autoimmune (tiroidite di Hashimoto) o con patologia benigna (gozzo multinodulare normo- o iperfunzionante), somigliando in alcuni aspetti alle stesse cellule tumorali.rnrnSi tratta di una ricerca di grosso rilievo internazionale, compiuta da ricercatori di questa Università. I risultati del lavoro, finanziato in parte dall’AIRC ed in parte da fondi del MIUR, sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista internazionale “Oncotarget”.rnrnrnrnSi aprono, quindi, nuovi orizzonti per la diagnosi precoce dei tumori della tiroide, soprattutto quando le altre procedure (diagnosi per immagine ed agoaspirato) risultino dubbie o non diagnostiche. I pazienti potrebbero essere avviati verso nuovi approcci terapeutici precoci e preventivi, che potrebbero portare, in casi selezionati, finanche all’esecuzione di una tiroidectomia profilattica.rnrnQuesta è una delle linee di ricerca svolte presso la U.O. di Chirurgia Endocrina, Digestiva e d’Urgenza molte delle quali in collaborazione con i più grossi centri italiani (Roma e Pisa) ed europei (Londra e Marsiglia) e dove vengono effettuati centinaia di interventi all’anno relativi a tiroide, paratiroide e pancreas, colon, stomaco e parete addominale, con la possibilità di avere un percorso che inizia dal sospetto diagnostico (iter pre-operatorio) e termina con i controlli post-operatori.rnrn rnrn rnrn rnrn rnrnQuando le cellule normali sono “spia” del tumore della tiroide
Pubblicato da: Prof. Mario Testini | Mer, 22 Marzo 2023 - 09:22

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