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Ciao Guglielmo, ci mancherai

Pubblicato da: redazione | Mer, 22 Marzo 2023 - 10:18

“Eroici, mitici”. Era il 13 marzo, l’Exprivia Molfetta aveva appena sconfitto Trento 3-1 in gara-2 dei quarti di finale playoff. E a festeggiare, con noi, c’era un  uomo che nel progetto della grande pallavolo a Molfetta aveva creduto sin dall’inizio. Guglielmo Minervini era questo. Uno dei primi tifosi, uno dei massimi sostenitori. Guglielmo, che ovunque andasse per parlare di sport, si faceva testimone di una favola. Della favola. Il suo orgoglio per la piccola Molfetta che stupiva l’Italia, lo leggevi nei suoi occhi, lo vedevi stampato sul suo sorriso. D’altronde cosa c’è da stupirsi? Per uno che dava quotidianamente tutto se stesso per i giovani, cosa poteva esserci di meglio che un’idea dello sport fondata sul coinvolgimento dal basso e sulla più pura passione?rnrnEcco, ci piace pensare che noi, l’Exprivia, interpretassimo al meglio quella visione della pratica sportiva, che poi è una missione: formazione, educazione, promozione dei giovani. Voglia di fare il massimo. E perché no, vincere. Sai che bello è vincere quando si fanno le cose perbene. Vuoi mettere l’orgoglio di un’impresa, se alla base di quell’impresa c’è la sensazione di averci messo più del massimo.rnrnQuante volte Guglielmo ci ha fatto compagnia sugli spalti del PalaPoli. Lui, l’unico politico molfettese che aveva collaborato alla costruzione e all’ascesa della nostra squadra. Con la consueta e inestimabile onestà intellettuale, aveva supportato il nostro progetto sportivo. Amava, di questo progetto, il principio di divulgazione. Sapeva che dietro ogni vittoria, ma pure dietro ogni sconfitta, alle spalle di ogni singolo allenamento, c’erano fatica ma dignità, difficoltà ma entusiasmo. La durezza delle salite ma il sapore dei traguardi tagliati.rnrnIl 26 novembre, il giorno successivo a quella che resterà una delle più grandi imprese sportive della storia molfettese (vittoria contro Trento per 3-0), ci inviò un sms. “Ieri sera mi avete fatto morire…. di gioia!”. Questo era Guglielmo. Un capolavoro di entusiasmo, un fiume in piena, capace di lottare contro la malattia col sorriso e con il coraggio.rnrnEd è per questo che ogni volta che scenderemo in campo, da oggi daremo ancora qualcosa in più. In nome della sua semplicità e onestà, del suo esempio. Per regalargli nuove soddisfazioni. Per farlo “vivere di gioia”. E renderlo fiero, ancora una volta, di una creatura che amava.

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