Forse perché nella lirica ci sono alcuni dei motivi musicali più belli di sempre, forse perché questi motivi – spesso – non sono protetti dal diritto d’autore, capita sempre più frequentemente di ritrovare le arie d’opera al servizio della cultura popolare. Lungi dal chiudersi in rigidi purismi, bisogna stare attenti, però, a non lasciare che si perda la paternità dei brani, specialmente quando il testo è del tutto stravolto per servire a un nuovo scopo.
A volte nel cinema (si pensi alla scena di Pretty Woman citata nell’immagine in evidenza), a volte nella pubblicità, la musica colta si è sempre prestata a generosi lasciti: oggi, però, vogliamo fare un po’ di chiarezza e indicare, con leggerezza e ironia, dove abbiamo già sentito “quel motivetto” che ci è entrato così facilmente in testa.
Qualcuno ricorda lo spot del 1996 del ferro da stiro a vapore di una celebre azienda italiana? Ebbene, anche se il libretto è decisamente diverso, vi garantiamo che si rifà a un’aria molto famosa, chiamata Va’pensiero, tratta dal Nabucco di Giuseppe Verdi.
Sempre dal mondo della pubblicità, e poi nell’immaginario collettivo, citiamo l’esempio di un famoso spot che – quando uscì – non mancò di suscitare clamore e polemiche (diventando, per questo, decisamente efficace).
L’aria in questione è quella della Der hölle rache, cantata dalla Regina della Notte Astrifiammante nell’opera di Wolgang Amadeus Mozart, Il flauto magico. I gorgheggi del soprano, come è evidente nel video che qua vi riportiamo, hanno davvero poco a che fare con la situazione descritta dall’azienda di profilattici.
Cambiamo medium, e passiamo dalla pubblicità al cinema. Stanley Kubrick, oltre a essere un maestro della settima arte, è passato alla storia anche per la sua meticolosa e raffinata scelta delle colonne sonore. In particolare, Kubrick ha attinto dall’infinito repertorio dell’opera due brani, tratti dalle ouverture de La gazza ladra e di Guglielmo Tell, entrambe di Gioacchino Rossini.
https://www.youtube.com/watch?v=MRnBAvUBaaY&t=22s
In particolare, il finale dell’ouverture di Guglielmo Tell accompagna una delle scene più famose del film, ovvero il mènage à trois tra Alex e le due ragazze abbordate nel negozio di dischi, scena che non riportiamo per ovvi motivi.
La lista potrebbe essere ancora lunga, quante volte – andando a teatro – abbiamo avuto l’impressione di aver già incontrato la sequenza di note che stiamo ascoltando? Probabilmente non si tratterà solo di un’impressione, ma di un colto pubblicitario (o regista) che ci ha pensato prima di noi.