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Bari, all’Oncologico una nuova arma per diagnosticare il tumore al seno: “Primi al Sud”

Pubblicato da: redazione | Ven, 1 Dicembre 2017 - 19:30
Bari Equipe dell’unità operativa di radiodiagnostica senologica del Giovanni Paolo II

Evoluzione diagnostica per il tumore al seno. La biopsia RM guidata, un approfondimento senologico complesso, fondamentale per caratterizzare lesioni non visibili alla mammografia e all’ecografia, da circa un mese è realtà nell’Istituto tumori di Bari.

La metodica di biopsia mininvasiva e altamente specialistica, eseguita fino a qualche settimana fa unicamente nelle strutture ospedaliere del centro e nord Italia, è entrata dalla porta principale dell’unità operativa di radiodiagnostica senologica del “Giovanni Paolo II” diretta dalla dottoressa Rosalba Dentamaro, garantendo ai pazienti un’analisi sensibile e accurata della malattia; la tecnica, fiore all’occhiello dell’Istituto, aggiunge un altro colore al quadro delle eccellenze meridionali, sbarrando l’ingresso al mortificante fenomeno bianco e nero delle migrazioni sanitarie in questo settore.

Nel mirino della nuova arma diagnostica guidata con sistema “post and pillar” sfruttando la procedura VABB  (Vacuum Assisted Breast Biopsy), finiscono lesioni non frequenti nella pratica clinica. La tecnica eseguita attraverso l’inserimento nella mammella di un ago speciale monouso con camera aperta e sistema aspirativo esterno, in anestesia locale e sul lettino della risonanza magnetica, permette il campionamento simultaneo e preciso a 360° di aree dubbie o sospette alla rm consentendo, grazie alla clip finale di localizzazione, un approccio chirurgico più conservativo su alcune tipologie di lesioni.

La procedura è stata praticata per la prima volta un mese fa dal dottor Daniele La Forgia, inaugurando una nuova stagione di diagnosi nell’Istituto di ricerca barese, a costo zero per la struttura, sfruttando un progetto di ricerca in collaborazione con le Università di Bari e Siena.

Non nasconde orgoglio e soddisfazione la dottoressa Dentamaro: «Per poter arrivare a questo risultato c’è stato un lavoro lungo e difficile di coordinamento tra diversi soggetti su una procedura non nota ai più, estremamente complessa e che richiede una conoscenza a 360 gradi della diagnostica senologica. Ringrazio tutti, in particolare il nostro Direttore Generale, Antonio Delvino che ci ha sempre appoggiati nei progetti di crescita, la Direzione Scientifica, gli uffici amministrativi, le ditte e, naturalmente, il dottore La Forgia che ha permesso il raggiungimento di quest’ulteriore importante obiettivo. Auspichiamo di poter rendere disponibile la tecnica nella normale pratica clinica nel lungo periodo, procedura che, dopo l’importante rinnovo tecnologico degli ultimi due anni, completa un’offerta di diagnostica senologica di primissimo livello del nostro Istituto».

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