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Bari, occupato il liceo Scacchi: lezioni sospese. Preside furioso: “Atto illegale, scuola sequestrata da pochi”

Pubblicato da: Samantha Dell'Edera | Mer, 13 Dicembre 2017 - 13:35
Scacchi

Occupato questa mattina da un gruppo di studenti il liceo scientifico Scacchi. Le lezioni sono quindi state sospese a data da destinarsi. “Un atto illegale, non condiviso con tutti i rappresentanti”, tuona il preside Giovanni Magistrale che in una nota ufficiale dà le disposizioni alle famiglie.

Il comunicato ufficiale

Tutte le attività didattiche, curriculari ed extracurriculari svolte e previste nella sede centrale sono sospese fino a diverso avviso. La sede staccata del Pitagora risulta al momento agibile, pertanto da domani giovedì 14, le classi allocate al Pitagora faranno regolarmente lezione e saranno annotate presenze e assenze. I colloqui pomeridiani previsti per la giornata odierna (mercoledì 13) non si potranno tenere. Se l’occupazione continuerà, saranno sospesi anche quelli di giovedì e venerdì.

La lettera del preside

“Quanto avvenuto questa notte è un atto illegale, con conseguenze. L’occupazione di una scuola è un atto illegale, perché configura il reato di interruzione di pubblico servizio. Essa impedisce infatti ai docenti e al personale non docente di prestare la loro opera e agli studenti che vogliono fare lezione di fruire dell’attività didattica. Come tale, è perseguibile d’ufficio dall’autorità giudiziaria, con conseguenze anche penali. E’ bene che tutti, dai genitori agli studenti, soprattutto minorenni, ne siano consapevoli”. Il preside ha annunciato che nel caso in cui l’occupazione non sarà sospesa si provvederà alla cancellazione delle visite di istruzione che non siano state già programmate e pagate e che non siano strettamente funzionali a progetti didattici in corso.

Infine lancia un appello all’intera comunità della scuola. “Occorre che finalmente sorga da tutti noi una reazione decisa contro questo sequestro della scuola: occorre che i genitori reagiscano, che reagiscano gli studenti che vogliono studiare, che reagisca l’opinione pubblica e che ciascuno si assuma le sue responsabilità, senza atteggiamenti compiacenti e demagogici. Nessuno vuole impedire che si esprimano opinioni, proteste, dissensi. Quel che non si capisce è perché per tali proteste non possano bastare le assemblee che si svolgono mensilmente, i cortei e le manifestazioni pubbliche che pure ricorrono frequentemente; perché, se queste non bastano, non si convocano iniziative pomeridiane che non interrompano le lezioni, ma tutto si svolge sempre con iniziative mattutine a buon mercato? Forse perché potrebbero andar deserte? Quale credibilità ha chi grida contro le politiche che penalizzano la scuola pubblica, mentre egli stesso contribuisce a mandarla in malora con queste imprese?”

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