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Puglia, ecotassa più cara per chi non raggiunge il 65% di raccolta differenziata: ecco le novità

Pubblicato da: redazione | Lun, 15 Ottobre 2018 - 07:45
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Ecotassa, da quest’anno cambia il calcolo del balzello sui rifiuti e questi saranno i mesi decisivi per stabilire quanto ogni Comune – e di conseguenza i pugliesi – sarà chiamato a sborsare.

Da quest’anno ai Comuni che non riusciranno a raggiungere il 65% della raccolta differenziata verrà applicata – oltre al tributo – un’addizionale ulteriore del 20%. Un salasso che è previsto dal “Collegato ambientale” del 2014 al quale la Puglia era obbligata ad adeguarsi. Non solo: per incrementare la raccolta differenziata ed evitare che i rifiuti finiscano in discarica, muta anche il meccanismo di calcolo del tributo. E’ stato introdotto un metodo che lega le tariffe dell’ecotassa alle percentuali di raccolta differenziata raggiunte dai singoli Comuni. Le amministrazione che riusciranno a incrementare il livello di raccolta nei mesi di settembre, ottobre e novembre 2018 rispetto al periodo settembre 2016-agosto 2017, verrà confermata l’aliquota minima fissata nel 2013 (poco più di 5 euro per tonnellata).

Però, l’aumento della percentuale di differenziata da raggiungere varierà a seconda della situazione di partenza, ad esempio: se un Comune l’anno scorso ha avuto una raccolta differenziata tra lo 0 e il 10% per poter pagare, comunque, l’aliquota minima dovrà incrementare la propria raccolta di 20 punti percentuali nei tre mesi di settembre, ottobre e novembre del 2018. Sono 5 gli scaglioni previsti: i Comuni con raccolta tra lo 0 e il 10% dovranno incrementare la differenziata di 20 punti nei tre mesi previsti; dal 10 al 20%, invece, l’aumento di raccolta differenziata dovrà essere di 17 punti; dal 20 al 30% l’incremento da raggiungere è di 13 punti percentuali; chi ha già una differenziata dal 30 al 40% dovrà aumentarla almeno di altri 8 punti; e infine quei Comuni che hanno una raccolta tra il 40 e il 55% per usufruire dell’aliquota minima dovranno riuscire ad incrementare la differenziata di un ulteriore 5%. L’Arpa ha il compito di validare e certificare i dati trasmessi dai Comuni. Come detto, il 20% della somma complessiva relativa all’ecotassa versata da tutti gli Enti andrà a quei paesi che ospitano o ospiteranno un impianto. L’Agenzia regionale dei rifiuti si occuperà di ripartire questa quota del 20% del gettito tra i diversi Comuni. Il 50% del totale dell’ecotassa verrà, invece, distribuito tra quei Comuni che raggiungono alte percentuali di differenziata: i soldi, però, dovranno essere utilizzati sempre per migliorare la gestione del ciclo dei rifiuti, non potrà avere destinazione diversa.

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