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San Giovanni Rotondo, si dimette il direttore generale della Casa Sollievo della Sofferenza

Pubblicato da: redazione | Mer, 10 Aprile 2019 - 18:30
Casa-Sollievo-della-Sofferenza

Il direttore generale della Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, Domenico Crupi, ha rassegnato le dimissioni. Il mandato era stato rimesso alla Segreteria di Stato del Vaticano già nel dicembre dello scorso anno, ripresentato l’8 marzo e ribadito il 2 aprile scorso.

Le motivazioni – è detto nella nota della Fondazione – sono esclusivamente di ordine personale. Domenico Crupi dal 1995 è stato direttore di aziende sanitarie pubbliche e di dipartimenti della salute regionali. È approdato a San Giovanni Rotondo nel 2007, nominato dall’allora segretario di stato cardinale Tarcisio Bertone.

“È tempo di tornare a casa dopo quasi 12 anni di pendolarismo tra Genova e San Giovanni Rotondo – spiega Crupi -. Bisogna capire quando è il momento giusto di porre fine ad un’esperienza ancorché esaltante, gratificante ed arricchente, qual è stata la mia a San Giovanni Rotondo nell’Opera di San Pio da Pietrelcina”.

«Ringrazio la Santa Sede per la grandissima opportunità che mi è stata offerta – prosegue Crupi – e che è stata occasione per misurare la mia coerenza di vita lavorativa ai valori cristiani, rafforzata dal ricordo indelebile delle visite a Casa Sollievo della Sofferenza di Sua Santità Papa Benedetto XVI e di Sua Santità Papa Francesco. Ringrazio i Segretari di Stato, Sua Eminenza il cardinale Tarciso Bertone e Sua Eminenza il cardinale Pietro Parolin, che mi hanno accordato fiducia durante questo lungo periodo. Sono stati anni in cui Casa Sollievo della Sofferenza ha raggiunto obiettivi di sviluppo importantissimi, tutti pianificati in funzione dei bisogni dei malati e nel solco della missione assegnataci dal nostro fondatore. Ringrazio i vescovi con i quali ho collaborato in questi anni: da Sua Eccellenza monsignor Domenico D’Ambrosio sino a padre Franco Moscone. Sento l’esigenza di ricordare in particolare l’arcivescovo Michele Castoro, morto prematuramente, che per me è stato padre e fratello». Ancora, «ringrazio tutti gli operatori della Casa che continuano a tener vivo il fuoco del carisma di San Pio attraverso la pratica delle virtù nel lavoro quotidiano e nella relazione con i nostri ammalati. Ringrazio la Regione Puglia e il suo presidente per il dialogo franco e leale che nel tempo ha portato, nella comprensione delle reciproche esigenze, a collaborare per il bene del territorio del Gargano e dell’intera Puglia. Ringrazio i Gruppi di preghiera che ci hanno sostenuto ed aiutato unitamente a tanti benefattori. Ringrazio la Comunità cappuccina con la quale ho condiviso momenti di vera fraternità. Ringrazio infine la mia famiglia – conclude – alla quale ho sottratto tanto tempo, per avermi incoraggiato e sostenuto nel servizio all’Opera di San Pio da Pietrelcina».

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