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Addio al vecchio scontrino, scatta l’obbligo dell’elettronico

Pubblicato da: redazione | Dom, 5 Gennaio 2020 - 12:00

Lo scontrino elettronico diventa un obbligo per tutti. Partito a luglio 2019 per chi nel 2018 aveva realizzato un volume d’affari superiore a 400.000 euro, il corrispettivo elettronico si estende dal primo gennaio 2020 a tutti gli operatori economici che emettono ricevute fiscali, commercianti, artigiani, alberghi o ristoranti.

Per il consumatore cambia poco: al momento del pagamento non riceverà più uno scontrino o una ricevuta ma un documento commerciale, privo di valore fiscale ma che potrà essere conservato come garanzia del bene o del servizio pagato, oltre che per un cambio merce. Da luglio però, grazie ai nuovi registratori telematici (registratori di cassa in grado di connettersi a internet) a disposizione in ogni negozio, si potrà partecipare alla lotteria degli scontrini, considerata dal governo una nuova possibile arma anti-evasione.

Con l’introduzione dei corrispettivi elettronici, spiega l’Agenzia delle Entrate in un approfondimento dedicato alla novità, non occorrerà più tenere il registro dei corrispettivi. La memorizzazione elettronica e la trasmissione telematica dei dati direttamente all’Agenzia sostituiscono infatti gli obblighi di registrazione delle operazioni effettuate in ciascun giorno. Inoltre, non sarà più necessaria la conservazione delle copie dei documenti commerciali rilasciati ai clienti (come avveniva, per esempio, con le copie delle ricevute fiscali), con conseguente riduzione dei costi e vantaggi operativi: infatti, questo sistema consentirà all’Agenzia di acquisire tempestivamente e correttamente i dati fiscali delle operazioni per metterli a disposizione – mediante servizi gratuiti – degli stessi operatori Iva o dei loro intermediari, supportandoli nella compilazione della dichiarazione Iva e nella liquidazione dell’imposta.

Per l’acquisto del registratore telematico o per l’adattamento del vecchio registratore di cassa è concesso un contributo sotto forma di credito d’imposta pari al 50% della spesa sostenuta, per un massimo di 250 euro in caso di acquisto e di 50 euro in caso di adattamento. (Ansa)

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