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Puglia, la cura per le liste di attesa non funziona: di 700mila esami sospesi, recuperato il 15%

Pubblicato da: Vincenzo Damiani | Ven, 26 Giugno 2020 - 06:30

Dei 700mila esami medici sospesi per il lockdown, il sistema sanitario pugliese è riuscito a recuperarne poco più del 15%, con punte del 20% in alcune Asl. L’obiettivo finale, azzerare gli arretrati entro settembre, è ancora lontano e alcune aziende sanitarie sono più in affanno rispetto ad altre. Senza contare che, nel frattempo, si sono aggiunte altre prenotazioni, quelle “differibili”, che si stanno andando a sommare a quelle in stand-by e alla fine il saldo resta negativo. E dal primo luglio, con la riapertura delle agende di prenotazione anche per gli esami “programmabili”, la situazione rischia di peggiorare. +

A fine mese, il direttore del dipartimento Salute, Vito Montanaro, convocherà i direttori generali e i responsabili aziendali delle liste di attesa per fare il punto della situazione e con dati più precisi a disposizione verranno adottati nuovi provvedimenti. La Regione ha chiesto, dove possibile, di tenere ambulatori aperti almeno 12 ore al giorno, dalle 8 alle 20, sei giorni su sette; ma il problema è che il personale non è sufficiente nonostante le oltre 1.500 assunzioni fatte da marzo ad oggi. E poi c’è un’altra difficoltà che stanno incontrando tutti gli ospedali e cliniche: il dovuto rispetto delle regole per evitare il contagio da Covid-19 sta rallentando, inevitabilmente, il lavoro. Laddove prima si riusciva, ad esempio, in un’ora ad effettuare cinque esami, oggi se ne fanno due al massimo tre. Nelle sale operatorie, poi, c’è penuria di anestesisti e smaltire le operazioni chirurgiche non urgenti bloccate dall’emergenza Coronavirus è una chimera.

Il settore della cardiologia è quello più in affanno dopo il lockdown, sono migliaia le visite da recuperare. Ma anche ortopedia, oculistica e pediatria hanno parecchio lavoro da smaltire, le liste di attesa si sono allungate nei tre mesi di emergenza Covid e, dal primo luglio, con la riapertura delle agende di prenotazioni per le prestazioni programmabili, si accumuleranno altre prestazioni. Al 30 maggio, ha calcolato il dipartimento regionale delle Politiche per la Salute, erano 700mila le visite ed esami in stand-by e da recuperare, le Asl hanno adottato dei piani di smaltimento ma la macchina organizzativa va a rilento. Sino a quando non ci saranno altre assunzioni, oltre a quelle già fatte, non si potranno aumentare i turni. Intenzione della Regione è coinvolgere nel piano anche i presidi territoriali assistenziali e post acuzie che hanno sale operatorie per svolgere interventi di medio-bassa complessità chirurgica. E poi, occorrerà organizzare nuovi turni aggiuntivi, aumentare ulteriormente le ore di specialistica ambulatoriale nel pubblico e chiedere ai privati accreditati di raddoppiare la loro attività utilizzando il budget di marzo, aprile e maggio non speso per lo stop. Se non dovesse essere sufficiente, la Regione è pronta ad effettuare nuove assunzioni nel pubblico e ad acquistare dai privati accreditati ulteriori prestazioni extra budget.

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