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Bari, adolescenti derubati e donne minacciate col coltello: ecco le testimonianze delle vittime delle baby gang

Pubblicato da: Francesca Emilio | Dom, 9 Agosto 2020 - 09:00

Dalla ragazzina picchiata perché accusata di aver rubato il fidanzatino ad un’altra ragazza del gruppo, al dodicenne che minaccia con il coltellino un coetaneo per aver chiamato, senza permesso, al proprio numero di telefono, fino ad arrivare alla donna di oltre cinquant’anni a cui è stato intralciato il passaggio con fare minaccioso da parte di alcuni minorenni. Ma non solo. Giorno dopo giorno le trame che riguardano la violenza fisica o verbale nei confronti di luoghi e persone da parte di ragazzi e ragazze, molto più comunemente definiti come “baby gang”, si infittiscono sempre più.

Mancanza di rispetto, inciviltà, violenza verbale e fisica, modi di fare minacciosi e altezzosi nei confronti di grandi e piccoli, incuranza dell’ambiente e dei luoghi pubblici, come se questi fossero di proprio dominio, sono solo alcune delle problematiche che riguardano quello che ormai è diventato un vero e proprio fenomeno. A lanciare l’allarme sono gli stessi cittadini, tra questi molti genitori, preoccupati per quanto accade sotto i propri occhi, ma soprattutto sotto gli occhi dei propri figli, ai quali viene spesso negato il diritto di usufruire degli spazi.

A dimostrazione  di quanto accade per le strade, i tanti fatti di cronaca che hanno per protagonisti proprio dei minorenni, alcuni dei quali recenti, come ad esempio i bagni distrutti sul lungomare di San Girolamo. “Trovo assurdo vivere in questo clima di paura. Si tratta di ragazzini, non voglio etichettarli come criminali, ma la loro mancanza di rispetto è tale da non poterli definire diversamente. Sono incuranti e indifferenti, questo mi spaventa, come padre e come cittadino, perché loro sono o meglio dovrebbero essere il futuro” – ha commentato Martino, padre del ragazzino minacciato con un coltello da un coetaneo. A fare eco a questi pensieri c’è quello di Monica, cittadina che vive nei pressi di un parchetto del V Municipio.

“Dopo le 8, il parchetto viene letteralmente assalito da ragazzi che non fanno altro che fare chiasso e fare uso improprio delle giostrine distruggendole. Ad aggravare la situazione ci sono le macchinette per la distribuzione automatica delle bevande, con le quali attingono senza controllo a birre le cui bottiglie vengono puntualmente frantumate al suolo, in un luogo che, di giorno, è frequentato da bambini. Ho scelto, a malincuore, di non portare più mia figlia lì, perché quello che dovrebbe essere un luogo di svago è diventato invece un posto sporco e pericoloso dove bisogna fare attenzione ai ragazzi che utilizzano continuamente in maniera impropria le giostre, rischiando inoltre di farsi molto male – ha dichiarato la donna, la quale prosegue – il problema è che non si limitano a disturbare la quiete pubblica nelle ore serali, ma si prolungano spesso nelle ore notturne urlando, ubriacandosi, litigando e reagendo in maniera arrogante se si prova ad intervenire. Quando ero ragazzina c’era la vigilanza a controllare. Probabilmente sarebbe utile anche in questi casi, perché è ingiusto avere paura di poter portare i propri figli al parco”.

A fare eco all’allarme di Monica, quello di Giuseppe, anch’egli genitore che vive nella stessa zona. “Abbiamo richiesto interventi per fare in modo che il parchetto possa chiudere prima, almeno per tentare di ovviare il problema. Nonostante il personale Multiservizi cerchi di rispettare l’orario di chiusura i problemi non finiscono. I ragazzi attraversano continuamente i binari facendo avanti e indietro tra strada e macchinette. Ci si lamenta tanto degli extracomunitari, ma loro non hanno mai dato nessun problema. Anzi, rispettano il luogo che gli ospita, esattamente l’opposto dei giovani che con indifferenza mancano di rispetto a strutture e concittadini. Siamo stanchi”- ha commentato il padre di famiglia. Insomma, la situazione, a detta degli stessi, si aggrava di giorno in giorno, portando molto spesso adulti e ragazzini a vivere in un clima di vero e proprio terrore dal quale, senza una reale collaborazione tra cittadini, istituzioni e genitori, non ci sarà possibilità di liberarsi presto.

“Non c’è rispetto. I ragazzini ormai passano troppo tempo davanti ai videogiochi. Parlano tranquillamente di come ammazzare virtualmente qualcuno e poi si sentono padroni del mondo, si sentono liberi di comportarsi come meglio credono ignorando del tutto quelle regole comportamentali che fanno di un essere umano anche un bravo cittadino. Sicuramente la carenza di controlli fa tanto, ma l’educazione, quella manca da ogni fronte, perché se ci fosse costante attenzione nei confronti dei ragazzi, anche per quanto riguarda le piccole cose, come porre dei limiti sulle canzoni che ascoltano, piene di messaggi violenti, sicuramente ci sarebbero giovani più coscienziosi per le strade” – ha raccontato Isabella, donna di 66 anni alla quale, non meno di due settimane fa, alcuni ragazzi hanno intralciato la strada con i propri monopattini minacciando di non farla passare.

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