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Covid in Puglia, Chironna: “Due casi su tre da variante, quiete prima della tempesta”

Pubblicato da: redazione | Dom, 7 Marzo 2021 - 20:04
chironna covid coronavirus

«Circa 10 giorni fa» in Puglia «quasi un caso su 2 erano da variante inglese. Oggi, a spanne, 2 casi su 3 sono da variante. Quei giorni con un plateau di casi che lasciava presagire un controllo della seconda ondata, erano solo la quiete prima della tempesta. Una tempesta perfetta, annunciata, orchestrata da un virus che non abbiamo mai sottovalutato ma che si sta rivelando più subdolo del previsto». Lo scrive su facebook la virologa e professoressa di Igiene dell’Università di Bari, Maria Chironna, responsabile del Laboratorio molecolare Covid del Policlinico di Bari. «Con le varianti – avverte – non si scherza. Solo che siamo un pò come dei san Tommaso. Poiché non le vediamo, non ci crediamo. Volevamo la conferma dei numeri. Puntualmente è arrivata. Oltre mille casi al giorno da molti giorni. Ieri erano poco meno di 1.500. Probabilmente sottostimati. Trend in aumento». E aggiunge: «E come in uno slalom gigante, ecco due paletti che renderanno difficile la discesa e che potrebbero mandarci fuori pista. Il veloce diffondersi delle varianti, perché molto più contagiose, e le oggettive difficoltà nel dispiegamento sul campo delle forze per la vaccinazione di massa, nonostante le positive notizie di allestimenti di hub enormi e palazzetti dello sport per le vaccinazioni. Le varianti corrono veloci, forse anche grazie a una sorta di rimozione collettiva del problema, mentre vaccinare richiede più tempo e molti operatori».

I «vaccinati possono infettarsi lo stesso e risultare positivi al tampone. Possono contagiare altri? Speriamo di no, non lo sappiamo. Non lo possiamo escludere. Certo non si ammaleranno mai di forme gravi e non andranno mai in ospedale. E questa è un’ottima notizia», prosegue. «I vaccini – spiega – funzionano, eccome, per proteggere contro queste forme, soprattutto chi è in prima linea, stando ogni giorno a contatto, nei reparti, con questi pazienti». Però, «vaccinare – sottolinea – richiede tempo e un dispiegamento di forze immane. Dobbiamo fare presto. Abbiamo chi ci guida a livello nazionale con idee e obiettivi chiari? Navighiamo ancora a vista, mi pare. L’unica cosa certa è che dobbiamo cercare, ancora una volta, di tenere a bada questa ulteriore ondata epidemica. Schiacciare la maledetta curva e vaccinare il più possibile con strategie più flessibili che ci consentano di raggiungere più persone, almeno con una dose, se le evidenze ci diranno che può funzionare, e che ci assicurino il minore impatto possibile sul servizio sanitario. Altrimenti siamo punto e a capo».

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